Cetacei. Conosciamo insieme le loro origini.
I cetacei sono un gruppo animale conosciuto ed amato da tutti, senza distinzione d’età! Inoltre, vanno sempre più di moda e sono sotto i riflettori di numerosi programmi e documentari.
Ma quanti di voi conoscono i segreti e le origini di queste affascinanti creature?
Ad oggi, l’origine di questo gruppo animale (Ordine: Artiodactyla, Infraordine: Cetacea, Brisson, 1762) viene fatta risalire all’Eocene (50 Milioni di anni fa) da un gruppo di artiodattili marini, ormai estinti, (NOTA: negli artiodattili sono inseriti bovidi, cervidi, suini, giraffe, camelidi, ippopotami ed altri ancora…).
Fig. 1: ricostruzione di un Indohyus. [1]
In particolare, in uno studio del 2007 pubblicato su Nature, vengono messi in stretta correlazione con fossili animali del genere Indohyus (Famiglia: Raollidae), un animaletto di dimensioni simili a quelle di un procione, ed il cui apparato scheletrico possiede numerose affinità con quello degli attuali cetacei, come l’elevata densità delle ossa che ne riduce la galleggiabilità. Si può senza dubbio pensare che questi animaletti spendevano numerose ore in stretto contatto con l’ambiente dulciacquicolo nutrendosi di invertebrati e piante acquatiche o uscivano solo per alimentarsi con la vegetazione locale (comportamento del tutto simile agli ippopotami). Tuttavia, la chiave dell’origine dei cetacei non sta nelle abitudini acquatiche, già presenti a monte in molti roaellidi che sfruttavano l’acqua per proteggersi dai predatori terrestri, piuttosto da un cambio della dieta, sempre più acquatica, riscontrabile nelle nuove e accumunate caratteristiche del cranio e della dentizione (sinapomorfie = carattere nuovo, derivato) tra i moderni cetacei ed il loro antenato “Indohyus-like”.
Fig. 2: Albero filogenetico con generi estinti di cetacei e raoellidi. In basso notare che sono inseriti gli altri “artiodattili” tra cui suidi, bovidi, ippopotami etc.
Nell’albero filogenetico si vede come il sister group dei cetacei è proprio la famiglia dei Roaellidi, ormai estinti. I due scheletri che vi presentiamo NON sono direttamente correlati ma mi premeva far vedere due “tappe” di un processo evolutivo spinto costantemente da fattori come l’accesso ad una nuova risorsa alimentare portando a selezionare individui sempre più consoni al nuovo ambiente.
E ora, per chi è arrivato fin qua, l’immagine più bella:
Fig. 3: Eccovi un albero filogenetico che vi può far immaginare meglio alcuni passaggi evolutivi! Non è pura speculazione! Ricordate che le immagini derivano da un’accurata osservazione di scheletri fossili e che ogni ramo è supportato da progressivi caratteri comuni e durata ben 55 Milioni di anni! [3]
Per conoscere l’intricata storia evolutiva delle balenottere, vi condivido questo link di un sito fantastico dove potrete trovare numerosi articoli che trattano di evoluzioni di gruppi animali ed altro ancora:
http://pikaia.eu/balenottere-unevoluzione-complessa/
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[Matteo]
PhotoCredit:
[1] M0nked (Frederic Hilpert), CC BY-SA 2.0 DE <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/de/deed.en>, via Wikimedia Commonshttps://slideplayer.com/slide/9340103/
[2] http://repository.ias.ac.in/4642/1/316.pdf (modificato da me)
[3] Georgia Tsagkogeorga, Michael R. McGowen, Kalina T. J. Davies, Simon Jarman, Andrea Polanowski, Mads F. Bertelsen, Stephen J. Rossiter, CC BY 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/4.0>, via Wikimedia Commons