L’imperdibile panoramica dei primissimi giganti
Voi tutti conoscete il Mesozoico, no? La famosissima era dei dinosauri, iniziata circa 250 milioni di anni fa, in cui questi maestosi animali hanno dominato la terraferma, assumendo forme e dimensioni delle più svariate possibili, fino alla fine del Cretaceo, quando tutti i dinosauri terrestri si estinsero circa 65 milioni di anni fa, lasciando come sopravvissuti solo i dinosauri aviani, gli uccelli.
La realtà, però, non è così semplice… e se vi dicessi che per un periodo di almeno 50 milioni di anni, i dinosauri erano una minoranza? Che qualcun altro deteneva il ruolo di vertebrato dominante? E che i loro discendenti hanno continuato costantemente a evolversi, occupando tutte le nicchie ecologiche lasciate vacanti e raggiungendo una diversità paragonabile benissimo a quella raggiunta sia dai dinosauri che dai mammiferi? E che ancora oggi questi animali sono il terrore dei loro ecosistemi?
Questi animali rispondono complessivamente al nome di paracrocodilomorfi e il loro discendenti odierni sono appunto i coccodrilli!
Alla pari dei dinosauri, anche i “coccodrilli” sono arcosauri, appartenenti però a un filone parallelo rispetto al loro, gli Pseudosuchia, che hanno raggiunto la loro massima distribuzione proprio nel Triassico, tra 250 e 200 milioni di anni fa, occupando il ruolo sia di grandi erbivori che di grandi predatori, in cui i Paracrocodilomorfi furono i principali protagonisti! Questi animali sono divisi in due macrogruppi, i Rauisuchia e i crocodilomorfi, di cui fanno parte anche i coccodrilli.
Per quanto tutti gli pseudosuchiani meriterebbero particolare attenzione, lo scopo principale di questi post sarà delineare le tappe evolutive dei crocodilomorfi e perciò partiremo da quei Rauisuchiani evolutivamente più vicini ai crocodilomorfi: i Rauisuchoidi.
Figura 2: Postosuchus kirkpatricki, il più celebre Rauisuchoide, a caccia di dinosauri. La sua postura è molto peculiare perché studi recenti lo propongono come bipede facoltativo o addirittura obbligato (Weinbaumn, 2013).
Così simili, ma così diversi
Questi animali erano accomunati da una morfologia del corpo simile a quella riscontrata nei dinosauri, non a caso inizialmente si riteneva fossero dinosauri addirittura imparentati con il tirannosauro, per via, ad esempio delle vertebre “incastonate” l’una nell’altra, ma con un’andatura tendenzialmente quadrupede e con il dorso ricoperto da osteodermi, come gli attuali coccodrilli. Possedevano grandi denti, curvi e seghettati, perfetti per lacerare la carne posti all’interno di crani che variavano dall’essere tendenzialmente più corti e schiacciati, come in Postosuchus, a forme anche più allungate e profonde come in Saurosuchus (vedi Figure 2-4). Le zampe erano poste direttamente sotto il corpo in quella che è stata definita dai paleontologi postura eretta colonnare, dove i femori, al pari di delle colonne si inserivano ognuno in una cavità del bacino, definita acetabolo, che, al contrario di come avviene per dinosauri e mammiferi, non era posto al centro dello stesso, ma al di sotto di due “ali” laterali, come si può vedere nella figura in basso.
Figura 3: confronto tra posture.
Un altro carattere importante è la funzionalità delle zampe anteriori molto robuste che oltre a essere state importanti per le deambulazione, è probabile che avessero anche una funzione attiva nelle lotte e nella caccia, come, per esempio, è stato riportato per il Rauisuchide bipede Postosuchus sp., che presenta un osso unguale, l’osso su cui poggia l’artiglio, molto sviluppato nel primo dito delle zampe anteriori (Figura 2).
Come già detto, erano i predatori alfa del Triassico ed erano anche tra gli animali più grandi del periodo, con dimensioni medie di 4-5 metri di lunghezza, ma che potevano raggiungere anche gli 8 e i 10 metri rispettivamente in Saurosuchus galilei (Figura 4) e Fasolasuchus tenax.
Sempre più piccoli
Verso la fine del Triassico, nel Retico, da questi animali inizieranno a differenziarsi animali tendenzialmente più piccoli, in media uno o due metri di lunghezza, dalle zampe molto allungate perfette per la corsa e dal cranio triangolare in visione dorsale: i primi crocodilomorfi!
Prima di concludere, una menzione speciale va fatta per Ticinosuchus ferox, Rauisuchoide vissuto tra 242 e 237 milioni di anni fa, nel Triassico Medio, i cui resti sono stati ritrovati in Svizzera e anche in Nord Italia, presso Monte San Giorgio.
[Fabio]
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Fonti:
Nesbitt, S. J., Brusatte S. L., Desojo J. B., Liparini A., De França. M. A. G., Weinbaum J. C. & Grover D. J., Rauisuchia, 2011
Weinbaum J.C. (2013). “Postcranial skeleton of Postosuchus kirkpatricki (Archosauria: Paracrocodylomorpha), fŕom the upper Triassic of the United States”. Geological Society, London, Special Publications. 379. 525-553. doi:10.1144/SP379.7
Photocredit:
Figura 2: Petrified Forest from Petrified Forest, USA, Public domain, via Wikimedia Commons
Figura 3: Fred the Oyster. CC BY 4.0, wikimedia commons
Immagine in evidenza: Ghedo, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
2 risposte a "Il Mesozoico dimenticato"