Le origini dei crocodilomorfi

Rivivi il percorso evolutivo sorprendente dei coccodrilli! Il viaggio è meno scontato di quello che pensi!

A cosa pensereste se vi descrivessi un animale tendenzialmente snello, lungo in media fino a uno o due metri, dalle zampe lunghe e sottile e dal muso allungato?

Molto probabilmente, vi verrebbe da pensare a un canide o anche a una iena, perché no? In fondo, non avreste torto.

Ma se a quei caratteri descritti sopra aggiungessi anche un dorso adornato di placche ossee chiamate osteodermi, che fareste? Pensereste a una malformazione? A una creatura mitologica? A un nuovo ibrido di una certa saga cinematografica?

La verità, forse, non vi sembrerà meno assurda delle proposte che vi ho fatto! Poniamo, per ipotesi, di riuscire a ripercorrere a ritroso il percorso evolutivo di un qualsiasi coccodrillo odierno: a un certo punto, l’animale che vedremo avrà sicuramente un aspetto simile a quello che vi ho descritto sopra!

Siamo in Argentina, nel Triassico Superiore, in un intervallo di tempo compreso tra 235 e 221 milioni di anni fa*, e un piccolo animale dal cranio lungo circa 20 cm si muove all’interno di una zona umida, in cerca di un picolo animale da predare. Questa piccola creatura prende il nome di Trialestes romeri ed è il più antico crocodilomorfo a oggi riportato, appartenente al clade definito Sphenosuchia, che continuerà a esistere fino al Giurassico Medio, circa 165 milioni di anni fa.

*(datazione effettuata con il metodo del decadimento radioattivo dell’argon40, che, purtroppo, non permette una datazione più precisa.)

I Crocodylomorpha infatti hanno avuto origine proprio nel Triassico Superiore, differenziandosi dai cugini Rauisuchoidi e occupando una diversa nicchia ecologica, suddividendosi a loro volta in due gruppi, legati da un rapporto di discendenza: gli Sphenosuchia più arcaici e i Crocodyliformes, che comprendono anche gli attuali Crocodylia.

Animali pieni di sorprese

Gli Sphenosuchia erano, quindi, animali tendenzialmente piccoli, carnivori, simili nell’aspetto ai primi dinosauri, ma quadrupedi anche se alcuni, come Saltoposuchus connectens, presentavano proporzioni degli arti tali da far supporre una postura bipede facoltativa.

Ciò che però contraddistingueva davvero questi animali erano le capacità cursoriali, che sono andate perfezionandosi nel corso della loro evoluzione, come si può evincere dalle zampe lunghe e poste direttamente sotto il corpo caratterizzate, nelle forme più derivate, da una tibia più lunga del femore e anche dalle dita tenute unite in direzione del movimento alla pari degli odierni mammiferi corridori, ma in contrapposizione alle dita aperte esternamente tipiche degli odierni coccodrilli, che gli permettevano anche di tenere una postura digitigrada, in cui solo le dita poggiavano al suolo.

Sebbene, come già detto, questi animali, fossero essenzialmente carnivori, la specie Phyllodontosuchus lufengensis del Giurassico Inferiore (circa 190 milioni di anni fa) (figura 5), presenta una dentatura molto singolare, caratterizzata da denti conici più anteriornente, seguiti posteriormente da denti a foglia. Questa condizione prende il nome di eterodonzia funzionale e non è solo indice di una dieta prevalentemente erbivora, ma è anche il preludio per una differenziazione dentale che troverà la sua massima espressione nei crocodiliformi del Cretaceo, rappresentando un’importante rivoluzione!

Predatori all’apice… aspetta, cosa?!

Lo so, lo so… prima sto tutto il tempo a dire che erano piccoli, corridori eccetera eccetera… e ora vengo a dire che erano predatori all’apice della catena alimentare?! Beh, sembrerà assurdo, ma l’evoluzione può questo e altro!

Come detto nel precedente post, i veri dominatori del Triassico non erano i dinosauri, ma i Rauisuchoidi, “antenati” dei crocodilomorfi. Tuttavia, non in tutto il globo i Rauisuchoidi riuscirono a imporre il loro dominio e questo permise localmente ad alcuni gruppi di animali di raggiungere forme considerevoli, come è accaduto per esempio per il dinosauro Herrerasaurus, ma soprattutto il crocodilomorfo sphenosuchiano Carnufex carolinensis (figura 6) che riuscì a ricoprire il ruolo di predatore dominante nel North Carolina di 231 milioni di anni fa, assumendo anche una postura prevalentemente bipede, simile a quella raggiunta dai dinosauri e da Postosuchus.

Inoltre, verso la fine del Triassico, circa 210 milioni di anni fa, i Rauisuchoidi iniziarono progressivamente a diventare sempre più rari, lasciando così in molti luoghi il ruolo di predatore dominante vacante. Fu proprio in questo momento che i dinosauri iniziarono a diffondersi per il globo, assumendo il ruolo di grandi predatori dominanti, ma anche i crocodilomorfi non furono da meno, come dimostrato da Redondavenator quatensis (Figura 7), un grande sphenosuchiano che ha dominato 200 milioni di anni fa il New Mexico, assumendo un aspetto molto simile a quello dei suoi precedecessori Rauisuchoidi.

Va precisato, infine, che in realtà ciò che sappiamo sugli Sphenosuchia è esiguo, rispetto a quello che potremmo effettivamente sapere a causa della rarità dei loro fossili e, quindi, dalla scarsità dei fossili effettivamente attribuibili a loro. Comunque, per quanto la loro estinzione sia a oggi datata al Giurassico Medio, il body plan sphenosuchiano verrà mantenuto da un gruppo di Crocodyliformes, tale Protosuchia, che continuerà a esistere fino alla fine del Cretaceo, 65 milioni di anni fa.

Articolo scritto da Fabio che ringraziamo per arricchire il Blog con perle paleontologiche!

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Fonti:

Randall B. Irmis, Sterling J. Nesbitt and Hans-Dieter Sues (2013). “Early Crocodylomorpha”. In S. J. Nesbitt, J. B. Desojo and R. B. Irmis (eds.). Anatomy, phylogeny and palaeobiology of early archosaurs and their kin. The Geological Society of London. pp 275-302. doi:10.1144/SP379.24.

Zanno, L. E.; Drymala, S.; Nesbitt, S. J.; Scheider V. P. (2015). “Early crocodylomorph increases top tier predator diversity during rise of dinosaurs” Scientific Reports. 5: 9276. doi: 10.1038/srep09276. PMC 4365386. PMID 25787306.

Photocredit:

Smokeybjb, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0&gt;, via Wikimedia Commons

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