Anellidi – Più preziosi di un anell

Avresti mai pensato che i vermi non son tutti uguali?!

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GLI ANELLIDI sono un gruppo più variegato di quanto si pensasse!

Tradizionalmente gli Anellidi comprendono due gruppi: i Policheti e i Clitellati.

I POLICHETI

I Policheti sono animali generalmente marini, adattatisi a vari stili di vita. Alcuni sono planctonici, altri bentonici e altri ancora fossori; alcuni sono vagili, altri sessili. Sono caratterizzati dalla presenza di molte chete (da cui il nome policheti), strutture filiformi composte da chitina sporgenti dai parapodi, appendici carnose laterali che servono per il movimento.

 

CLITELLATI

I Clitellati sono sia terrestri che marini. Sono caratterizzati dall’avere un clitello, struttura usata per la riproduzione, una testa poco differenziata e assenza dei parapodi. Sono a loro volta suddivisi in Oligocheti e Irudinei.

Gli Oligocheti, di cui fanno parte i lombrichi, sono prevalentemente terrestri e hanno poche chete (da cui il nome), che in questo caso spesso servono per stabilizzare il movimento. Inoltre, questi animali sono ermafroditi.

Gli Irudinei, di cui fanno parte le sanguisughe, sono sia terrestri che acquatici, e possono essere parassiti o predatori. Una delle caratteristiche particolari è la presenza di una ventosa anale che serve loro ad attaccarsi, a seconda dei casi, al loro ospite o al substrato.

 

Per molto tempo la classificazione degli Anellidi è stata quella seguente.

 

Un’altra serie di animali vermiformi venivano escluse dagli anellidi per via della non somiglianza morfologica con quest’ultimi: gli Echiuridi, i Sipunculi, i Myzostomidi e i Pogonofori.

Diamo una veloce occhiata a questi animali dalle sembianze talmente particolari da confondere tutti gli zoologi fino a non troppo tempo fa.

I Siponculi – Pigri di professione

Sono animali marini che vivono in una tana scavata nel fondale o in rocce. A differenza degli Anellidi non presentano metameria (divisione del corpo in vari segmenti).

Esternamente sono visibili un tronco e un introverto. L’introverto è una struttura che può essere introflessa all’interno del tronco come un calzino e presenta dei tentacoli che gli permettono di nutrirsi di materia organica che è presente nel sedimento (detritivori), o di particelle sospese (filtratori). Non presentano un apparato circolatorio, mentre il loro apparato digerente è ripiegato a U e l’ano si trova dorsalmente sul tronco vicino alla base dell’introverto. Questo è un adattamento utile per non sporcare la tana con le proprie feci.

GLI ECHIURIDI – Timidoni marini

 

Anch’essi vivono in tane nel sedimento, oppure in fessure nelle rocce. La loro caratteristica più visibile è una proboscide plicata che fanno sporgere dai loro rifugi con cui raccolgono materia organica sospesa nell’acqua o che trovano sulla superficie del fondale appiccicandola con muco. Neanche in essi c’è traccia di metameria!

Presentano però un certo numero di chete, come gli altri Anellidi, vicino alla proboscide o anche all’estremità posteriore.

Maschio o femmina?

In una famiglia, quella dei Bonellidi, è presente un estremo dimorfismo sessuale: dalle uova nasce una larva che non ha ancora un sesso determinato. Se la larva si imbatte in una femmina della sua stessa specie, essa diventa un maschio; in tal caso rimane di dimensioni piccolissime, e rimane tutta la vita sulla proboscide della femmina vivendo a spese di essa e in attesa di fecondarla. Invece, se la larva arriva su un substrato idoneo senza imbattersi in una femmina, diventa una femmina. Tale fenomeno è chiamato determinazione ambientale del sesso.

I POGONOFORI – Dove non te li aspetti

Sono vermi marini che vivono in mare ad elevate profondità, spesso in prossimità delle sorgenti idrotermali abissali. Risiedono in tubi di chitina prodotti da loro stessi e da cui fanno sporgere dei tentacoli, con cui assorbono sostanze inorganiche, come i solfuri, e l’ossigeno, dall’acqua. Le sostanze inorganiche vengono condotte all’interno del corpo dove vengono passate a dei batteri endosimbionti chemioautotrofi, che riescono a metabolizzarle in molecole organiche che nutrono anche l’animale.

I MYZOSTOMIDI – Monetine colorate

 

Sono piccoli organismi adattatisi ad una vita da parassiti di Echinodermi. Essi si nutrono del cibo che i loro ospiti hanno catturato oppure si nutrono direttamente dei tessuti dell’ospite. Hanno una morfologia piatta e appiattita. Possiedono parapodi e chete con cui aderiscono al loro ospite.

Alcuni si possono muovere liberamente sul corpo dell’ospite, mentre altri si insediano in un punto e restano lì per tutta la loro vita.

NUOVA CLASSIFICAZIONE

La visione classificatoria degli Anellidi che abbiamo visto nella figura.4 era destinata a cambiare. Il primo studio che utilizza dati molecolari per analizzare la relazione filogenetica tra gli Anellidi e i gruppi considerati affini è quello di McHugh, pubblicato nel 1997. Per fare questo utilizzò una sequenza di DNA, chiamata EF1, prelevata da vari Policheti, Clitellati, Pogonofori ed Echiuridi.

 

Come si spiegano allora i caratteri morfologici che accomunano i Policheti?

La risposta sta nel fatto che molto probabilmente quella dei Policheti è la morfologia ancestrale, quindi quella posseduta dall’antenato di tutti gli Anellidi. Nel corso del tempo, mentre si diversificavano, alcuni gruppi (Clitellati, Pogonofori ed Echiuridi) hanno perso alcuni caratteri ancestrali e ne hanno acquisiti di nuovi per adattarsi a nuovi ambienti e a nuovi stili di vita.

Dopo pochi anni, un’altra creatura si aggiunse al già intricato cespuglio di diversità degli Anellidi.

Nel 2002 nella baia di Monterrey, in Califorinia, venne scoperto uno strano organismo che sembrava proliferare sulle ossa di una balena morta alla profondità di 2891 metri. Gli studiosi li divisero in due specie che nel 2004 vennero battezzate con i nomi Osedax rubiplumus e Osedax frankpressi.

Le analisi molecolari li pongono come parenti dei Pogonofori nella famiglia dei Siboglinidi. Come nei Pogonofori la loro sopravvivenza è legata alla presenza di batteri simbionti presenti nel loro corpo che gli permettono di sfruttare i nutrienti presenti nelle ossa di vertebrati che si posano sul fondale marino. Un’altra cosa interessante è che, come negli Echiuridi Bonellidi, anche negli Osedax è presente la determinazione ambientale del sesso.

 

Un’altra analisi molto importante è stata condotta da Struck et al. nel 2007. Grazie all’avanzamento delle tecniche di studio questi ricercatori riuscirono ad analizzare molti più taxa e sequenze più lunghe. Questo studio confermò con forza i risultati ottenuti da McHugh includendo nell’analisi anche i Sipunculi e inserendo anch’essi negli Anellidi.

Per quanto riguarda i Myzostomidi, infine, una prima associazione con gli Anellidi fu proposta per la prima volta nel 1998 ma successive analisi morfologiche li associarono invece a platelminti, rotiferi e acantocefali. Una analisi molecolare effettuata nel 2009 li ha posti di nuovo con gli Anellidi ma con risultati un po’contrastanti a seconda della sequenza presa in esame. Gli stessi autori di questo studio ammettono che c’è bisogno di altre analisi per capire in modo più preciso quale è il posto dei Myzostomidi nel grande albero della vita. Ma a ogni modo l’appartenenza dei Myzostomidi agli Anellidi è l’ipotesi più supportata in questo momento.

Articolo di Gabriele La Grasta, leggete i suoi Racconti Bestiali!

Fonti

1) https://www.britannica.com/animal/annelid

2) https://animaldiversity.org/accounts/Echiura/

3) https://www.britannica.com/animal/peanut-worm

4) https://www.britannica.com/animal/beardworm

5) McHugh, 1997: “ Molecular Evidence that Echiurans and Pogonophorans are Derived Annelids’’

6) Rouse et al., 2004: “Osedax: Bone-Eating Marine Worms with Dwarf Males”

7) Fujiwara et al., 2019: “New species of bone-eating worm Osedax from the abyssal South Atlantic Ocean (Annelida, Siboglinidae)”

8) Struck et al., 2007: “Annelid phylogeny and status of Sipuncula and Echiura”

9) Bleidorn et al., 2009: “On the phylogenetic position of Myzostomida: Can 77 genes get it wrong?”

10) Bleidorn et al., 2014: “From morphology to phylogenomics: Placing the enigmatic Myzostomida in the tree of life.”

Immagine in evidenza: Di C. Van Dover (OAR/National Undersea Research Program (NURP); College of William & Mary) – Image ID: nur04505, National Undersearch Research Program (NURP) Collection, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=105564

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