DOLLY e gli altri animali… CLONATI!

Per chi pensa che la ricerca sulla clonazione si è fermata in quello storico giorno del 5 luglio 1996 quando, dopo mirabolanti passaggi in laboratorio e non, nacque una pecorella clonata, beh… Si sbaglia di grosso!

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Per chi pensa che la ricerca sulla clonazione si è fermata in quello storico giorno del 5 luglio 1996 quando, dopo mirabolanti passaggi in laboratorio e non, nacque una pecorella clonata, beh… Si sbaglia di grosso!

Con questo articolo, vogliamo descrivervi i passi cruciali che hanno portato allo sviluppo di Dolly e gli altri animali clonati, fino alle applicazioni più importanti di questa tecnologia perché: “siete sicuri che siano solo capricci di scienziati pazzerelli?”.

RAPIDA STORIA DI DOLLY

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Non si sente tutti i giorni che una piccola pecora nata nel ’96 ha, non due, ma ben tre madri! Ecco cos’è successo qualche mese prima della sua nascita:

  • I ricercatori prelevarono cellule epiteliali dal tessuto di una ghiandola mammaria di una pecora Finn Dorset di 6 anni.
  • Le cellule epiteliali prelevate furono private dei loro nuclei che furono inseriti in cellule uovo (ovuli) di pecore adulte, ma privi di nucleo per un totale di 277 fusioni. Così, senza fecondazione tra gameti, si ottennero ovuli già con un doppio corredo genetico appartenente solo alla prima pecora!
  • Successivamente, si fecero sviluppare le cellule nucleate fino ai primi stadi embrionali di morula o blastocisti, per un totale di 29 successi tra i 277 ovuli di partenza.
  • Tali embrioni furono impiantati in 13 pecore adulte di cui solo una riuscì a portare a termine la gravidanza e partorì Dolly.
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Fig.2: Schema del processo di clonazione.

Capite bene come non sia stato affatto facile ma, dopo l’analisi del DNA, si dimostrò con successo che Dolly possedeva effettivamente lo stesso corredo genetico della madre a cui furono presi i nuclei dalle sue cellule epiteliali. Invece, il DNA mitocondriale era stato ereditato dalla pecora che prestò i suoi ovuli e tutti gli organelli.

Dolly fu soppressa a 6 anni per via delle sue condizioni di salute quali l’artrite, sempre più acuta, e i problemi ai polmoni per via di un tumore causato dall’infezione di un retrovirus JSRV. Tale patologia fu descritta come “comune” e, quindi, non correlata al fatto che l’animale malato fosse un clone. Ci si accorse anche che i suoi telomeri, porzioni esterne dei cromosomi che si accorciano durante la vita di ciascun individuo, possedevano lo stesso grado di accorciamento della pecora da cui deriva il nucleo!

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Fig.3: Zhong Zhong and Hua Hua, femmine di macaco clonate nel dicembre del 2017.

DOPO DOLLY?

Dolly non fu il primo animale clonato della storia ma di sicuro il primo mammifero (se escludiamo il lavoro di Steen Willadsen del 1984 che usò nuclei di cellule embrionali)! Prima di lei furono clonate delle carpe nel ’63 e, ancor prima, nel ‘58 una specie di rana africana famosa per via dei suoi utilizzi in biologia dello sviluppo (genere Xenopus). Invece, dopo Dolly ci furono numerosi tentativi di clonazione che videro fallimenti e successi. Ecco una rapida carrellata di specie clonate:

  1. Gatto (nel 2001 il primo)
  2. Cane (nel 2005 il primo)
  3. Cavallo (nel 2003 il primo)
  4. Coyote (nel 2011, usando un cane come madre surrogata)
  5. Maiale (nel 2000, i primi 5 individui)
  6. Macaco (nel 1999 il primo)

Qui c’è la lista completa di tutte le specie clonate (di cui alcune molto poco scontate!): https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_animals_that_have_been_cloned

VENIAMO AL DUNQUE… A CHE DIAVOLO SERVE CLONARE ANIMALI?

Sono passati molti anni dai primi animali clonati e, anche se la procedura rimane più o meno la stessa, l’efficienza raggiunta è molto più elevate grazie soprattutto all’esperienza e alle nuove biotecnologie.

Applicazioni fondamentali:

  • CLONI DA LABORATORIO: Sapevate che in alcuni campi della ricerca, l’uso di animali da laboratorio non garantisce un ottimale risultato per ciò che concerne l’obbiettivo? Infatti, i ricercatori che studiano patologie umane sulle cavie o che devono testare alcuni farmaci per tali malattie, sono costretti ad armarsi di statistica per un’infinità di motivi differenti tra cui: i topi non sono umani e ogni cavia è un individuo differente dall’altro! Con la clonazione si possono ottenere cloni di cavie tutte geneticamente uguali che rispondono ai farmaci in modo più uniforme, abbassando anche la quantità di animali necessaria da utilizzare negli esperimenti!
  • QUASI ESTINTI: Nel 2009 ci fu il primo tentativo emblematico di clonazione per riportare alla luce una specie estinta nel 2000: lo Stambecco dei Pirenei. I ricercatori spagnoli ottennero solamente due capretti che si stavano formando all’interno dei pancioni di madri surrogate quali stambecchi/capre, ma si partì da 54 embrioni impiantati in 12 individui differenti. Tuttavia, dopo solo due mesi di gestazione, anche loro perirono prima di poter nascere.

Un giorno, l’utilizzo di tali tecnologie potranno aiutare i biologi della conservazione in azioni di ripopolamento di una specie o, addirittura, riportare in vita numerosi individui di una specie estinta? Nel secondo caso, uno dei limiti su cui ci si scontrerà sempre sarà la necessità di utilizzare madri surrogate proveniente da altre specie e, per chi fosse incuriosito dalla storia che gira nel web in cui mammut o dinosauri prima o poi saranno riportati in vita, ci viene in aiuto il mitico Zoosparkle: https://www.youtube.com/watch?v=DNjVoIq0rkQ&t=1s .

  • CLONAGGIO TERAPEUTICO: La possibilità di clonare cellule staminali con il DNA di un paziente malato, ottenendo i suoi stessi tessuti non sani, non ha prezzo! Infatti, ciò consente ai ricercatori di testare cure mirate sui tessuti, per poi proporle al soggetto stesso! Infine, si possono ottenere organi o tessuti aventi DNA del paziente ma che, dopo la correzione genetica dei difetti che hanno causato una determinata patologia, come un tumore, si potranno trapiantare nel soggetto malato, curandolo!

PROBLEMI ETICI NE ABBIAMO?

La possibilità di poter far nascere persone già morte per mezzo della clonazione, oppure, poter riprodurre individui in serie e tutti uguali a qualcun altro, mi fa venire i brividi soltanto a scriverlo. E’ ovvio che più si va avanti con le tecnologie, e più è richiesta una sempre maggiore legislatura che possa confinare tali astrazioni lasciandole ai registi di fantascienza. Vi ho però raccontato come ci siano ottimi motivi per portare avanti tali ricerche e io mi auguro che la scienza possa trionfare anche questa volta, portandoci verso un futuro sempre migliore nel campo della salute umana e non solo.

Se vi è piaciuto l’articolo o avete domande/perplessità, fatecelo sapere su uno dei nostri social!

[Matteo]

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Fonti:

https://www.genome.gov/25020028/cloning-fact-sheet/#al-6

https://en.wikipedia.org/wiki/Dolly_(sheep)#Legacy

https://en.wikipedia.org/wiki/Pyrenean_ibex

PhotoCredit:

Fig.1:Toni Barros from São Paulo, Brasil, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0&gt;, via Wikimedia Commonshttp://dolly.roslin.ed.ac.uk/facts/the-life-of-dolly/index.html

Fig.2: https://en.wikipedia.org/wiki/Dolly_(sheep)

Fig.3: https://en.wikipedia.org/wiki/Zhong_Zhong_and_Hua_Hua

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