GRETA THUNBERG: “Non sei mai troppo piccolo per fare la differenza”

Il 15 marzo 2019 si è tenuto uno sciopero mondiale degli studenti seguendo la colossale onda ambientalista smossa da Greta Thunberg tradotta nel Friday for Future. Oggi cercheremo di rispondere alla domanda: queste manifestazioni possono produrre dei risultati positivi? 

La manifestazione del 15 marzo 2019: I piccoli passi che cambiano l’umanità

Il 15 marzo 2019 si è tenuto uno sciopero mondiale degli studenti seguendo la colossale onda ambientalista smossa da Greta Thunberg tradotta nel Friday for Future. Oggi cercheremo di rispondere alla domanda: queste manifestazioni possono produrre dei risultati positivi?

Prima di rispondere a tale domanda, però, dovremo fare un po’ di chiarimento:

Chi è Greta Thunberg?

Cosa è “Fridays for Future”?

Greta Thunberg: l’umiltà di cambiare dalle piccole cose

Nata il 3 gennaio del 2003 a Stoccolma, Greta Thunberg è sicuramente una delle più giovani attiviste nel mondo. Dopo i numerosi incendi boschivi che nell’estate del 2018 hanno aggredito la Svezia e in vista delle elezioni legislative del 9 settembre del 2018 ha deciso di scioperare non andando a scuola per tre settimane, protestando davanti al parlamento Svedese con l’ormai famoso slogan: Skolstrejk för klimatet” (Sciopero della scuola per il clima) per denunciare la mancanza di volontà politica di agire nei confronti del cambiamento climatico e per sollecitare il governo a prendere provvedimenti nei confronti dell’emissione di anidride carbonica eccessiva, rientrando negli standard stabiliti durante gli accordi di Parigi (COP21) del 2015.

Divenuta famosa sui social, Greta ha continuato a protestare ogni venerdì, sempre non andando a scuola ma, questa volta, accompagnata da centinaia di persone e ottenendo ciò che voleva. Il governo svedese, infatti, ha accordato nel programmare delle politiche ambientali per rientrare nei trattati di Parigi.

L’onda non si ferma. Greta continua a scioperare ogni venerdì dando il via al “Fridays For Future”, movimento studentesco mondiale per la lotta al cambiamento climatico.

Arriviamo dunque alla manifestazione del 15 marzo 2019. Milioni di persone in tutto il mondo scendono nelle piazze un venerdì. Uno di quei venerdì che Greta era solita passare di fronte al parlamento svedese al freddo con un cartello di cartone con su scritto Skolstrejk för klimatet. Poteva immaginare una ragazza di 15 anni che un giorno avrebbe smosso milioni di persone “soltanto” facendo ciò che credeva fosse giusto?

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I risultati della manifestazione

Alla domanda “ma cosa si risolve con queste manifestazioni?” Io risponderei con un’altra domanda:

Cosa ti aspetti da una manifestazione?

È chiaro che il cambiamento o la “rivoluzione” non avviene da un giorno all’altro. Tanto meno le coscienze di milioni di persone non si risvegliano magicamente capendo finalmente cosa è giusto dopo una manifestazione. Il cambiamento è un processo graduale. Un processo che inizia da una forte scossa. Come svegliare una persona profondamente addormentata. La scossa, in questo caso, può essere una manifestazione, ma anche non vedere la propria compagna di banco a scuola ogni venerdì o osservare come negli zaini di ogni ragazzo e ragazza è presente una borraccia di alluminio oppure come la propria città si riempia gradualmente di biciclette.

Sono tante piccole cose che sommate insieme un giorno ti fanno realizzare: “non era così 10 anni fa”.

E l’ipocrisia della gente?

Vai ad una manifestazione ambientalista con una bottiglia di plastica? O addirittura con la macchina? E perché sei qui? Cos’è il cambiamento climatico? E il buco nell’ozono?

Il risultato di un cambiamento graduale è impercettibile in breve tempo. Ciò che è alla base del cambiamento è la NORMALIZZAZIONE. Cose che prima venivano concepite come assurde, faticose e macchinose con il tempo entrano a far parte della cultura delle persone in un processo di normalizzazione di tematiche, processi e modi di pensare.

Non vale lo stesso per la concezione che ha l’economia di ambiente?

L’ambiente è una spesa, un costo in più. Se si vuole salvaguardare il nostro pianeta bisogna sempre pagare una sovrattassa, un impedimento legislativo che non agevola il regolare sviluppo economico. E se non fosse così? E se l’ambiente non fosse la tassa ma la fonte stessa dello sviluppo? Sto parlando di un tema già conosciuto, la transizione da green economy a blue economy, che sarei felice di approfondire in un altro articolo.

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Tornando a noi: cosa posso fare io nel concreto?

Sono piccolo a confronto con queste macrotematiche. Non conosco la politica, non so casa sia il buco nell’ozono, non so neanche in cosa consista veramente la raccolta differenziata.

Cosa posso fare io?

Se sei arrivato a leggere fino a questo punto, oltre che a congratularmi con la tua pazienza, ti consiglio di continuare a leggere. Non questo articolo in particolare, ma le tante informazioni che sono presenti su libri, siti internet e, soprattutto, facciamoci delle domande!

Parlare con le persone è il mezzo più facile e veloce per apprendere una notizia.

Calma! Non c’è bisogno di agire da subito. Vi siete posti un problema? Bravi! Il processo di cambiamento culturale è già iniziato. Ora è il momento di salire uno scalino, uno solo. Cosa fare in particolare? Cosa avete da fare il prossimo venerdì?

Ricordiamoci: l’esempio che diamo è la forza motrice del cambiamento.

Jacopo De Luca

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Fonti:

https://www.fridaysforfuture.org/

https://it.wikipedia.org/wiki/Greta_Thunberg

https://ec.europa.eu/clima/policies/international/negotiations/paris_it

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