DIARIO ZOOLOGICO – Farfalla Macaone
Era un pomeriggio di metà Giugno dell’anno scorso quando mio zio mi chiamò dal giardino di sotto per chiedermi un aiuto!
Scesi da casa ed entrai nel suo cortile chiedendomi cosa fosse successo di così urgente.
“Sono pieno di bruchi! Mi stanno mangiando le mie piante di finocchio!”
Mi avvicinai a quel cespuglio di piante erbacee altissimo ed iniziai a vedere delle larve grassottelle ma molto piccole. Il loro colore dominante era il nero, ma già intravidi il potenziale delle future mute e l’aspetto più classico del Macaone. Entusiasta di questo incontro, ne presi 6 individui e rassicurai mio zio che le altre rimaste là non avrebbero mai potuto defoliare un cespuglio di piante alto 2 metri (in realtà non né ero sicuro per niente, ma vabbè…).
Presi una grande scatola (tra le tante pronte all’uso) e li misi insieme a dei rametti della pianta di finocchio aspettando con ansia la loro crescita.
Dopo una settimana, le larve hanno probabilmente quadruplicato il loro volume corporeo, hanno defoliato tutti i rami che gli fornivo giorno per giorno con uno spiccato accanimento, soprattutto durante la notte (forse un comportamento innato contro la predazione da parte di uccelli?).
OSSERVAZIONI INTERESSANTI:
- Li ho visti combattere a suon di testate per un ramo (giuro che non gli ho mai fatto mancare un ramo a testa!)
- Per recuperare un fuggitivo e riporlo nella scatola, ho visto materializzarsi davanti a me il Pokemon Caterpie in carne ed ossa (no, senza ossa scusate)! Infatti, sentendosi prelevato bruscamente, la larva ha estratto una ghiandola a V color arancione… pochi secondi dopo, un odore di cacio e vomito acre mi ha invaso le narici! Mentre stavo decidendo se correre in bagno o no, pensai a quanto fosse affascinante la NATURA!
- Le foglie di finocchio potrebbero essere paragonate a spaghetti verdi. E come li mangereste voi gli spaghetti se doveste usare solo le mani? Beh, loro si portano alla base del filamento e avvicinano l’estremità lontana portandola alla bocca grazie alle sei zampette (mentre quelle posteriori sono pseudopodi, ovvero, estroflessioni dei segmenti più caudali). Una volta che il filo è alla portata della bocca, trancia perfettamente la punta ingiallita della foglia per scartarla. A questo punto inizia a divorarla dalla punta fino alla base con una velocità pazzesca.
- Ad ogni muta, dopo una brevissima pausa per riprendersi dallo sforzo, si rimangiano la loro cuticola (“pelle”) per riprendersi parte delle risorse perse! Nell’unica volta che ho visto questa scena, la parte della testa (più sclerificata/dura) venne snobbata.
Crisalide:
La formazione della crisalide è una fase importante che prevede anche ore di preparazione prima della totale formazione. Il colore appariva verde chiaro per chi si posizionò tra rami verdi. Di colore scuro per chi si mise sulle pareti della scatola o sulla grata della finestra aperta (ebbene sì… uno ha continuato a fuggire fino all’ultimo). Coincidenze?
Dopo circa 13/14 giorni, in base agli individui, tutte le farfalle uscirono.
OSSERVAZIONI:
- La schiusa è durata pochissimi minuti e l’animale ha iniziato a muoversi verso zone soleggiate per asciugarsi le ali mentre pompava dall’interno l’emolinfa per dispiegare sempre più le ali. È una fase che può durare anche un’oretta da quanto ho potuto constatare.
- In questa fase, la vistosa farfalla appariva estremamente esposta ai predatori ed impossibilitata dal volare.
- Finalmente gli adulti compiono il loro primo volo, quasi come se lo sapessero fare da sempre.
Fidatevi, vederle spiccare il volo da molta soddisfazione, soprattutto se penso a tutte le giornate in cui mi sono affacciato per controllare che alle larve non mancasse nulla.
[Matteo]
Immagine in evidenza: Uoaei1, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
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