Tra poco arriva il tempo dei saldi e si andrà a comprare dei nuovi vestiti! Come li scegliete?
In uno shop potete decidere tra un’infinità di scelte! E quindi? Cosa scegliere? Tessuti naturali o sintetici?
Cotone o poliestere?
In questo articolo tratteremo appunto i pro e i contro di come scegliere un vestito!
In primis, il materiale di cui esso è fatto lo leggete sulla famosa etichetta del capo selezionato: vedi fig.1 e fig. 2. Si tratta di un’etichetta di una tuta della Domyos comprata a Decathlon 100% poliestere e una maglietta di The Real Deal 100% Cotone.

E poi? Dopo aver letto tutti questi nomi strani?
Cotone? Lana? Viscosa? Pile? Poliestere? Lino? Ecco, ogni materiale impatta diversamente sull’ambiente.
In che modo?
Ad esempio i tessuti sintetici (es. pile, poliestere, elastane, etc.), coi lavaggi in lavatrice soprattutto ad alte temperature e alti giri, rilasciano minuscoli filamenti, chiamati microplastiche, nei mari impattando sul biota e l’ecosistema.
Però anche la produzione di fibre naturali (es. cotone, viscosa, lino, etc.) può avere un grande impatto sull’ambiente, ad esempio sfruttando una risorsa come l’acqua prosciugando un fiume per alimentare i campi di cotone delle piante del genere Gossypium.
Vale sempre la regola del comprare cose locali, quindi “create in Italia” (Made in Italy).
Un altro tessuto naturale è la viscosa. E’ un tessuto in cellulosa, e viene prodotta dalla polpa di legno degli alberi (o dal cotone, dalla paglia) trattata con una soluzione di soda caustica (NaOH). Da questi composti, trattati in acido solforico si può ottenere il cellophane.
Invece, il pile (pail o, meglio, fleece) è una fibra sintetica, ricavata dal poliestere, e possono essere aggiunte altre fibre, come poliammide, acrilico ed elastane. Una famose poliammide sintetica è il nylon, mentre il famoso termine acrilico intende qualsiasi fibra sintetica prodotta a partire da acrilonitrile. L’elastane, detto anche elastam, è costituito da fibre sintetiche di poliuretano (di-isocianato+diolo) utilizzate per elasticizzare i tessuti.
Il pail è molto impattante perchè, come tutti i tessuti sintetici, rilascia durante il lavaggio grandi quantità di microplastiche nell’acqua di scarico.
Negli ultimi anni, alcuni ricercatori ed aziende hanno creato materiali derivati dall’organico e dalle piante, quindi in poche parole biopolimeri. Un esempio sono i vestiti fatti di fibre di canapa.
Inoltre, la produzione di questi polimeri bio non consuma energia non rinnovabile, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra e, di conseguenza, il climate change.
Quindi che scegliete?
Cosa ne pensate? Cosa comprereste?
Poliestere o Cotone puro?
Fate scelte consapevoli con vestiti eco-friendly per il vostro futuro e per il futuro dell’ambiente.
Immagine in evidenza: Christopher John SSF from Stroud, NSW, Australia, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
[Luca]