Ormai basta uscire e andare in un parco in città o in campagna per godere di uno spettacolo naturale meraviglioso!
E’ estate, le lucciole sono uscite ed ogni sera accendono i propri “”sederi”” per comunicare! Questi coleotteri della famiglia Lampyridae riescono, tramite una reazione chimica, ad emettere fluorescenza attivamente per comunicare tra adulti: “è tempo di quagliare!”
Sono senza dubbio coleotteri interessantissimi e vi riportiamo due delle più comuni specie:
La più comune Lampyris noctiluca ha i maschi adulti con le elitre marroni mentre le femmine mantengono un aspetto larviforme e sono più grandi dei primi. Dopo l’accoppiamento, la femmina depone le uova sul terreno. Si schiuderanno qualche settimana dopo e le larve si nutriranno di lumache per 2/3 anni prima di metamorfosare in adulti!

Ma questa luce da dove arriva?
Per emettere luce, la molecola luciferina si combina con l’ossigeno per formare una molecola inattiva chiamata in inglese oxyluciferin. La luciferasi (enziama) accelera la reazione, che avviene in due fasi:
1. La luciferina si combina con l’adenosina trifosfato (ATP), che si trova in tutte le cellule, per formare il luciferyl- adenilato e pirofosfato (PPi) sulla superficie dell’enzima luciferasi. Il luciferyl-adenilato rimane legato all’enzima:
• luciferina + ATP = luciferyl-adenilato + PPi
2. Il luciferyl-adenilato si combina con l’ossigeno per formare oxyluciferin e l’adenosina monofosfato (AMP). E’ da tale reazione che viene emessa energia sotto forma di fotoni. La luce è emessa e l’oxyluciferin e l’AMP vengono rilasciati dalla superficie dell’enzima:
• luciferyl-adenilato + O2 = oxyluciferin + AMP + luce
La lunghezza d’onda della luce emessa è compresa tra 510 e 670 nanometri (dal un giallo pallido ad un colore verde tendente al rosso). Le cellule che compongono la luce possiedono cristalli di acido urico che permettono di riflettere la luce dall’addome.
PhotoCredit:
Figura 3: Matteo Garzia;
art farmer from evansville indiana, usa, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons
Fonti:
[Matteo]