XYLELLA: QUALI SONO I VERI DANNI?

Dopo il primo post su Xylella, qui troverete un estratto sui veri danni provocati agli olivi del Salento e quindi all’olio e al Made in Italy..

Nonostante il maltempo altalenante, l’estate è ormai arrivata e con lei anche la presenza di una delle tradizioni culinarie più comuni del Salento: la frisa. Si sponsa (bagna) a piacimento, due pomodori, sale ed olio a volontà che fa davvero la differenza in questo piatto povero ma non di gusto.

L’olio è parte integrante della cucina salentina ed oggi più che mai se ne sente davvero il valore. In molte realtà olivicole, infatti, la produzione non è solo calata negli ultimi anni ma è proprio finita. Niente olio! Va comprato nonostante la terra, la fatica, la tradizione di farselo in casa da generazioni. Tutto andato in malora per un morbo invisibile che si insinua nel legno di un albero bellissimo, contorto, inattaccabile, che mai ci saremmo immaginai di vedere spennacchiato o, ancora peggio, con il solo scheletro grigio. Ma la situazione si aggrava sempre di più quando, nell’ombra in cui si nasconde questo dramma, si muovono interessi internazionali.

I numeri che non ci piacciono

L’olio extravergine d’oliva italiano è rinomato per le sue caratteristiche peculiari che lo rendono indispensabile in tavola per una corretta e sana alimentazione, come quella basata sulla dieta mediterranea. Per cui nasce un po’ di dissapore a scoprire che la nostra produzione nazionale si è più che dimezzata tra Xylella, clima controverso e natura imprevedibile e che, al contrario, l’importazione di olio extravergine di oliva sta crescendo per ovvie ragioni di mercato. A guardare bene i dati si parla di 6 bottiglie d’olio italiano in meno ed una crescita del 7,5% dell’olio estero che arriva sugli scaffali con prezzi competitivi che spazzano via la concorrenza sofferente.

Questa crisi è sentita molto di più in Salento che altrove per il dramma che questa terra sta affrontando a causa del batterio subdolo che rinsecchisce le piante. Preparatevi perché sono in arrivo numeri più spaventosi di una parcella esattoriale. Infatti ben 491 frantoi salentini (di cui 251 solo nella provincia di Lecce, la più colpita) sono a rischio dopo aver già dovuto fronteggiare gravi perdite progressive di produzione e lavoro per centinaia di milioni di euro: il 90% in meno di olive lavorate, fatturato e personale impiegato. Stiamo parlando di 100 mila posti di lavoro secondo Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana.

Per adesso abbiamo analizzato ciò che riguarda la filiera dell’olio ma se estendiamo i calcoli arriviamo ad una cifra impressionante, soprattutto se considerato quanto sia ignorata, che arriva fino ad oltre il miliardo di euro. 1,2 miliardi di euro, ovviamente in aumento dato che la Xylella non si ferma nemmeno per le ferie estive. And last but not least, gli alberi infetti: non li ho contati ma mi fido delle stime che parlano di oltre 21 milioni di ulivi ormai contagiati da questo batterio così distruttivo. Inoltre, l’olivo non è l’unica specie di pianta che può essere infettata da Xylella fastidiosa ma ad oggi se ne contano ben 34.

VENDESI

E cosa succede se la burocrazia rallenta la necessaria organizzazione durante una crisi? Si vende. Il tempo scorre, i debiti si accumulano e si è costretti a fare delle scelte indipendenti.

Visto dall’esterno, questo sistema fragile offre soluzioni vantaggiose che permettono esiti imprevedibili. Con questa prospettiva si sono fatte avanti aziende del Marocco e della Tunisia, che hanno acquistato intere linee di produzione di molti frantoi in provincia di Lecce (251 in tutto), che già da tempo soffrivano di una crisi silenziosa.

Tutto questo ha ripercussioni devastanti: vuol dire perdere un luogo di produzione storico, lasciarlo seccare come gli alberi dal quale dipendono e vendere i macchinari che fino a poco tempo fa producevano olio locale all’estero. Si fa fatica a crederci, a rassegnarsi, ad abbandonare l’idea di provare a resistere.

Purtroppo, oltre a vendere, si possono usare altri metodi per andare avanti che di legale hanno ben poco. Anche qui l’aiuto di chi produce all’estero si insinua con gli interessi di chi acquista olio sottobanco per poi rivenderlo come proprio.

La terra salentina sta morendo, i reimpianti e gli innesti non sono incentivati quanto dovrebbero. Chi guarderà affondo per garantire agli agricoltori locali, i produttori ed i consumatori i loro diritti?

Questa complessa realtà italiana suscita molte emozioni, perché ci tocca nella nostra identità salentina, italiana e culinaria. Dobbiamo sempre ricordarci che per affrontare tutte le inevitabili avversità che colpiscono più parti in causa bisogna saper discernere tra reali necessità e particolari superflui, che altererebbero il rispetto reciproco. Piuttosto serve un intervento attivo, come propongono Arif e Cnr che richiedono la formazione di tavoli di confronto tra più enti in causa che permettano un flusso di informazioni che batta sul tempo la velocità incredibile di Xylella, che continua la sua avanzata silente di 2 km al mese mentre trasforma la natura in un deserto abbandonato allo sciacallaggio.

ARTICOLO PRECEDENTE: https://lifeilfarodeicuriosi.wordpress.com/2019/06/30/rubrica-xylella-un-male-nel-sud-italia-post-n1/

FONTI:

https://www.coldiretti.it/ambiente-e-sviluppo-sostenibile/xylella-al-via-tavolo-salvare-frantoi-del-salento

https://www.coldiretti.it/lavoro/filiera-olio-maio-persi-100mila-posti-lavoro

http://www.emergenzaxylella.it/portal/portale_gestione_agricoltura/Documenti/Specie

https://www.youtube.com/watch?v=vlo68bgXsIk

Il precedente link è un video che riprende alla lettera questo articolo di Coldiretti: https://puglia.coldiretti.it/news/xylella-coldiretti-puglia-marocco-acquista-linee-di-frantoi-duro-colpo-a-filiera-olivicola-con-reimpianti-bloccati-e-pezzi-di-salento-che-vanno-via/

https://www.rainews.it/tgr/puglia/video/2019/07/pug-xylella-controlli-ulivi-59acd720-bfe0-46d9-b948-cd5ff84f4718.html

Foto in evidenza: G.steph.rocket, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0&gt;, via Wikimedia Commons

Autore: Derbilia Russo, Cittadino Salentino

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