Xylella e Coronavirus: un precedente per sapere cosa fare

“Quella del Coronavirus non è la prima epidemia in Italia ai tempi dei social. Pochi anni fa se ne diffuse una, ancora presente, che ha scatenato meno interesse agli occhi dell’opinione pubblica, probabilmente perché è normale preoccuparsi di più per la propria salute che per l’ambiente. Tuttavia, attraverso ciò che ha provocato Xylella fastidiosa in Puglia, potremmo imparare qualcosa in più per gestire questa situazione di rischio.”

Apriamo gli occhi alle responsabilità condivise e spesso ignorate attraverso un precedente, un’epidemia devastante rimasta inosservata per anni finché non è stato troppo tardi. Quali sono gli errori ricorrenti e come si possono risolvere?

Non voglio scrivere l’ennesimo articolo di quanto dobbiamo preoccuparci per il Coronavirus, di come la ricerca sta lavorando per noi o di nuovi riscontri inediti. Tutte le informazioni utili sono disponibili sul sito del Ministero della Salute, dove potrete trovare anche l’immancabile Amadeus.

In questo articolo, invece, cercheremo di esorcizzare la paura analizzando il fenomeno in sé, perché quella del Coronavirus non è la prima epidemia in Italia ai tempi dei social. Pochi anni fa se ne diffuse una, ancora presente, che ha scatenato meno interesse agli occhi dell’opinione pubblica, probabilmente perché è normale preoccuparsi di più per la propria salute che per l’ambiente. Tuttavia, attraverso ciò che ha provocato Xylella fastidiosa in Puglia, potremmo imparare qualcosa in più per gestire questa situazione di rischio.

QUARANTENA

Sebbene i due patogeni siano profondamente diversi (uno è un virus e l’altro un batterio, uno colpisce gli animali e l’altro le piante, uno fa ammalare e l’altro provoca disseccamenti), si possono ritrovare similarità tra le due epidemie sin dal principio.

Parlando con i miei conoscenti ho avuto l’impressione che la quarantena attuata come misura per il contenimento del Coronavirus fosse percepita come preludio di un film sull’apocalisse. Nonostante tutta l’informazione fatta sui giornali, telegiornali e programmi televisivi, sui social e tra i famigerati gruppi whatsapp, ancora non si sono comprese appieno le motivazioni e l’importanza di questa prassi. Ciò mi ha fatto riflettere.

Questa situazione coincide spaventosamente con ciò che successe anni fa in Salento, dove si scoprì una malattia preoccupante tra gli ulivi che tappezzavano il paesaggio rurale.

Anche qui il paziente zero non venne trovato ma, in questo caso, si può retribuire la responsabilità ai ritardi nella gestione da parte della Regione e, anche se si fosse identificato con precisione, non sarebbe cambiato granché essendo le piante incapaci di spostarsi. Vennero fatti 16 mila campionamenti, paragonabili ai tamponi per il Coronavirus, e si trovarono ulivi contagiati sparsi per 7 mila ettari di campagne salentine. Data la serietà della situazione, si decise di agire con un piano drastico che prevedeva di sradicare ulivi infetti per contenere la malattia, non più eradicabile dal territorio. Inoltre questa pratica già drastica doveva essere fiancheggiata con un’inevitabile lotta all’insetto che veicola la malattia, spargendola senza controllo. L’uso di insetticidi diventa obbligatorio e regolamentato in una fascia particolarmente a rischio.

Una serie di scelte che venne incompresa dalla popolazione all’oscuro del dibattito sul terribile patogeno dal nome esotico ed incomprensibile, Xylella fastidiosa.

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Figura 2 Ulivo tagliato in seguito alla malattia. Photocredit: Derbilia Russo.

INFORMARE LA COMUNITÀ

Ignari del pericolo in cui si stava lentamente affondando, i cittadini si trovarono spaventati ed inondati da notizie di media e social che gridavano al massacro, alla devastazione del territorio, all’avvelenamento. Sembrava l’apocalisse.

I cittadini finirono per assecondare la diffusione della malattia impedendo, attraverso presidi permanenti, manifestazioni e passaparola, le misure studiate per ridurre al minimo il rischio di contagio. Le Istituzioni e chi si stava impegnando per contenere quel batterio letale venne screditato ed addirittura accusato in un’indagine della Procura di Lecce. Nemmeno col senno di poi si è riusciti a discernere la realtà dalle diffamazioni, essendosi ripetuta negli anni la stessa iniziativa di boicottaggio delle eradicazioni.

Senza difese dalle speculazioni, la gente finì per credere e condividere senza capire cosa stesse succedendo, cosa fosse reale o solo terrore, cosa potesse aiutare nella crisi e cosa piuttosto l’avrebbe peggiorata. Anche in questo, purtroppo, ci si rispecchia nell’attualità, dove persino un semplice giochetto di equilibrio con una scopa diventa un pretesto per non pensare alle ridondanti e pervasive notizie sul Coronavirus lette senza approfondire, senza badar troppo ai pareri discordanti, senza porsi domande, alimentando la paura e la diffidenza.

Non si può dar certo la colpa al cittadino comune, che non ha competenze di epidemiologia, igiene o patologia tali da comprendere istintivamente il da farsi ed il quale, davanti a notizie preoccupanti, reagisce preservando sé ed i suoi cari. Tuttavia ogni cittadino fa parte della comunità, di cui si rende attivamente partecipe nella quotidianità e che ha il dovere di preservare.

Per questo è importante sapere come muoversi nella crisi per uscirne il più velocemente possibile, ed in questo il ruolo dell’informazione riflette le sorti della comunità: dare notizie non chiaramente fondate, spaventare, piuttosto che colpevolizzare qualcuno, o ancora architettare complotti che corrompano la buona fede di chi legge, è parte dell’insuccesso nella gestione di epidemie serie ed irreversibili.

Indurre alla sfiducia verso le Istituzioni e verso le decisioni prese per la salvaguardia di tutti è frutto solo di interessi personali, mentre la realtà è più rassicurante. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in Italia c’è collaborazione politica dal Governo centrale alle amministrazioni locali e c’è molta fiducia sul fatto che possiamo contenere la malattia.

In sintesi, per gestire un’emergenza in modo efficace c’è bisogno della partecipazione attiva e consapevole di tutti gli attori coinvolti, dei quali i cittadini rappresentano la maggioranza. Partecipare con responsabilità ed attendibilità è un dovere di tutti, per non lasciar spazio a sterili controversie che mettono a rischio la gestione dell’epidemia, per tutelare la nostra sicurezza e quella di chi ci circonda.

Io, da comune cittadina salentina, ci sto provando così. Ma non finisce qui. Stay tuned!

LINK ARTICOLO PRECEDENTE: https://lifeilfarodeicuriosi.wordpress.com/2019/10/23/xylella-monitoraggi-e-mammografie/

FONTI:

  • Domande e risposte sul Coronavirus:

http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=228#6

  • Situazione iniziale del contagio in Italia da Coronavirus:

http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4087

  • Piano di interventi per Xylella fastidiosa:

http://www.emergenzaxylella.it/portal/portale_gestione_agricoltura/Documenti/docCommissario/PortalXylellaDocCommissarioIstanceWindow?IDNEWS=5&action=e&windowstate=normal&mode=view&ACTION_NEWS=DETAIL

  • Condivisioni di bufale che stanno in piedi da sole:

https://www.ilmessaggero.it/social/broomstickchallenge_nasa_manici_scopa_piedi-5047129.html

  • Procura blocca misure di contenimento di Xylella fastidiosa:

http://www.brindisireport.it/cronaca/la-procura-di-lecce-indaga-silletti-ed-altri-nove-esperti-e-sequestra-gli-ulivi.html

  • Situazione iniziale del contagio in Italia da Xylella fastidiosa:

https://www.eticamente.net/41681/xylella-il-batterio-che-minaccia-gli-ulivi-pugliesi.html?cn-reloaded=1

  • Misure di contenimento nuovamente bloccate:

https://www.terranuova.it/News/Agricoltura/Il-presidio-di-Cisternino-Nessuno-tocchi-gli-ulivi-pugliesi

  • OMS si dice fiduciosa per la gestione italiana di Coronavirus:

https://www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_02.03.2020_17.08_48639550

[Derbilia]

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