Il kea, rifugiarsi in montagna per evitare l’uomo

Un recente studio pubblicato su Molecular Ecology, ha rivelato che il kea, unica specie al mondo di pappagallo alpino, sia una specie generalista e abbia preferito l’ambiente alpino per scelta. Tra le ipotesi proposte anche quella di essersi spinto sui monti per evitare il contatto con l’uomo

Il kea (Nestor notabilis) è l’unica specie al mondo di pappagallo alpino, vive nelle zone montane della Nuova Zelanda. Questa specie è fortemente minacciata, conta infatti un ridotto numero di individui. A causa del riscaldamento climatico, in un ambiente ristretto ed insulare come la Nuova Zelanda, le possibilità di potersi disperdere, per le specie adattate agli ambienti alpini, si riducono notevolmente aumentando i rischi per la sopravvivenza.

Questo, forse, non sarà il caso del kea. Nello studio pubblicato sulla rivista Molecular Ecology, il team di ricercatori Svedesi e Neozelandesi ha scoperto che il kea è una specie generalista e non presenta alcun tipo di adattamento all’ambiente alpino.

Come sono arrivati a scoprirlo? La ricerca si è basata sulla ricostruzione della storia evolutiva del kea e del suo parente più stretto, adattato all’ambiente  forestale, il caca (Nestor meridionalis), così da trovare le differenze genomiche alla base della loro specializzazione ambientale.

Da qui si è speculato sulla possibilità che il kea si sia diretto verso le montagne per evitare l’uomo. Essendo un animale molto intelligente e capace di prendere delle decisioni valutando le probabilità (straordinaria capacità al momento nota solamente per l’uomo e per alcuni primati, qui il link allo studio), non è da escludere che si sia volutamente allontanato dall’uomo. Soprattutto dagli allevatori. In passato avevano acquisto notorietà per gli attacchi, talvolta letali, alle pecore. Per questo motivo, per circa 100 anni fino al 1970, il governo mise una taglia per l’abbattimento, che portò all’uccisione di circa 100.000 individui.

Che la scelta del kea di spostarsi sulle montagne sia stata influenzata dalla pressione antropica è ancora da valutare, tuttavia potrebbe aver scelto questo habitat semplicemente perché è presente meno competizione ed è più adatto ad una specie generalista. Probabilmente questa sua caratteristica gli permetterà di spostarsi verso habitat migliori se le condizioni ambientali dovessero peggiorare a causa dei cambiamenti climatici.

Fonti:

MARTINI, Denise, et al. evolution of the world’s only alpine parrot–genomic adaptation or phenotypic plasticity, behaviour and ecology?. Molecular Ecology, 2021.

Immagine in evidenza: https://unsplash.com/s/photos/kea

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