Perché una giornata degli oceani?
L’8 giugno è stata la giornata degli oceani. Con questa giornata si vuole dare un giusto peso agli ecosistemi marini, che ci forniscono tanti di quei servizi ecosistemici (vedi pesca, turismo, e via dicendo). Però, anche questi ecosistemi, come tanti altri, sono messi in crisi da minacce. Ad esempio, ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare portate dai fiumi, e si accumulano nelle isole di plastica che formano grosse patch nell’oceano. Secondo una ricerca del World Economic Forum, di questo passo nel 2050 negli oceani il peso complessivo della plastica supererà quello degli animali marini. Siamo sicuri di volere più plastica che animali in mare? Ci faremo un caldo bagno nella “zuppa di plastica” ?!
Come altra minaccia, i mari sono impattati dal riscaldamento globale, con conseguenti ed ulteriori problemi quali il fenomeno della “acidificazione” delle acque. Infatti, con l’aumentare della CO2 in atmosfera e nelle acque, questa in acqua si trasforma in acido carbonico e aumenta l’acidità locale. Tale fenomeno ha notevoli ripercussioni sul biota marino, come ad esempio impedire a bivalvi, gasteropodi, coralli di formare le loro conchiglie e gusci. Di conseguenza, la scomparsa di alcuni animali alla base della catena alimentare può avere forti ripercussioni su tutto l’ecosistema, minacciando fortemente le interazioni preda-predatore, e sulla salute umana.
Photocredits and Reference: httpsLuís Filipe Figueiredo Alves Gaspar, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons
[Luca]
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