La conservazione dell’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) passa attraverso numerose azioni volte a diminuire le minacce che gravano su questa specie e sugli ecosistemi in cui vive
Nella classifica delle minacce esistenti per l’orso (e per molte altre specie) troviamo ai primi posti: l’avvelenamento, gli incidenti stradali, la frammentazione dell’habitat, l’abbassamento della variabilità genetica e la trasmissione di malattie infettive. Inoltre l’insensibilità della società civile a diversi livelli può portare a non comprendere l’importanza della conservazione dell’orso degli ecosistemi a lui legati. Questi sono fondamentali per il sostentamento dell’animale e dell’uomo stesso ed entrambi dipendono dai servizi ecosistemici quali: produzione di ossigeno, adsorbimento dell’anidride carbonica, riduzione delle frane causate dal disboscamento e molto altro. C’è da aggiungere che, soprattutto al di fuori di parchi e riserve naturali della regione, c’è un elevato rischio di bracconaggio derivante dalla disinformazione e la paura che provoca l’animale.
Per tutelare l’orso e la fauna selvatica in generale è essenziale, dunque, ridurre le minacce provenienti dall’uomo. Le azioni compiute da Rewilding Apennines e dall’associazione Salviamo l’Orso forniscono un ottimo esempio. Gli strumenti principali per affrontare queste minacce sono la comunicazione e l’educazione orientate, in particolar modo, alla sensibilizzazione delle comunità locali. L’amministrazione di queste ultime dovrebbe essere volta a una visione a lungo termine delle proprie politiche, per mitigare i conflitti uomo-fauna selvatica e per sviluppare attività sostenibili basate sulla natura. Altre attività di conservazione condotte dalle associazioni sono effettuate in campo.
Un’importante iniziativa portata avanti da Rewilding Apennines e Salviamo l’Orso, insieme ad altri partner locali, per ridurre la mortalità degli orsi e i conflitti con l’uomo consiste nella prevenzione degli incidenti stradali, rendendo accessibili i sottopassi per la fauna selvatica, ripristinando e migliorando la segnaletica e pulendo le piazzole di sosta dai rifiuti al fine di non attrarre gli animali vicino alle strade. La strada da Gioia dei Marsi a Gioia Vecchio è stata dotata di riflettori ottici di allerta per la fauna selvatica e segnaletica stradale per evitare collisioni di veicoli con l’orso, mentre il limite di velocità è stato ridotto da 90 km/h a 70 km/h grazie a un accordo con l’amministrazione provinciale sulla strada SR 83. Queste azioni hanno soprattutto l’obiettivo di sensibilizzare gli utenti della strada ad essere prudenti sulle strade per sicurezza personale e per quella della fauna selvatica.
Il sostegno alle imprese locali, oltre a favorire un nuovo tipo di economia basato sulla natura, fornisce l’opportunità ai residenti di imparare a convivere con la fauna dell’Appennino centrale, di cui l’orso bruno marsicano è la specie più iconica. A tal proposito è stato istituito un gruppo di “ambasciatori degli orsi” reclutati localmente per comunicare con le comunità locali, informare e formare i proprietari di allevamenti e aziende agricole sulle buone pratiche di convivenza, cercare trappole illegali, supportare pattuglie anti-veleno, riportare segni di presenza degli orsi alle autorità competenti e monitorare i corridoi ecologici. Grazie al loro aiuto è stata effettuata una valutazione della fauna selvatica nelle Gole del Sagittario con 47.600 foto scattate da 40 fototrappole. Questo ha portato a stipulare un accordo con la Zoological Society of London per la loro pubblicazione sulla piattaforma Instant Wild. Un modo, questo, per coinvolgere il grande pubblico nell’identificazione delle specie di fauna selvatica dell’Appennino centrale con un approccio citizen science.
Ciò che realizza Rewilding Apennines, con la collaborazione dell’Associazione Salviamo l’Orso e le comunità locali, sta aiutando a dissipare quella nebbia di paura che da sempre circonda la fauna selvatica, insegnando il rispetto e la formula giusta per una corretta convivenza in questi territori.