Gli strumenti dei primi tatuatori

Un gruppo di ricercatori del Tennessee ha scoperto che le ossa di tacchino, ritrovate nel sito archeologico di Fernvale (Tennessee), venivano utilizzate come  strumenti per tatuatori

I più antichi tatuaggi ad oggi conosciuti appartengono a Ötzi, la mummia del Similaun ritrovata in Trentino alto Adige al confine italo-austriaco. I suoi tatuaggi, in tutto 61, furono disegnati applicando del carbone polverizzato su tagli della cute. Gli archeologi ritengono che Ötzi sia vissuto circa 5300 anni fa. Sicuramente, sono i tatuaggi più antichi del mondo ma, fino ad oggi, non è ancora stato trovato nessuno strumento che potesse risalire alla “macchinetta per tatuaggi”.

I popoli antichi hanno sempre modellato le ossa per utilizzarle come strumenti, dalle armi per la caccia agli ami da pesca. Tuttavia, due ossa di tacchino hanno rivelato un utilizzo molto più “colorato”. Un gruppo di ricercatori con a capo Aaron Deter-Wolf, archeologo della divisione di archeologia del Tennessee, ha analizzato i resti di alcune ossa di tacchino (Meleagris gallopavo) ritrovate nel 1985 nel sito archeologico di Fenvale in Tennessee. Questi resti, macchiati di pigmento, hanno suggerito ai ricercatori che le tradizioni del tatuaggio dei nativi americani nel Nord America orientale risalgono a circa 3.620-5.520 anni fa.

In questo studio i ricercatori sono andati oltre alla classificazione morfologica classica, infatti, hanno combinato analisi zoo-archeologiche, valutazioni tecnologiche, analisi dell’usura e scienza dei materiali per valutare come queste ossa fossero utilizzate dai nativi americani. È stato scoperto che i due tarso metatarsi di tacchino sono stati utilizzati come strumenti per applicare dei pigmenti, in più, le analisi dei residui di pigmento effettuate con la spettroscopia a fluorescenza a raggi X, hanno mostrato che la composizione del pigmento era terra rossa.

La cosa sorprendente è che all’interno della stessa fossa a Fernvale, è stato ritrovato un vero e proprio “kit per tatuaggi”: due ossa di ala di tacchino, con microscopiche usure e residui di pigmento, che probabilmente servivano ad applicare il colore durante il tatuaggio; delle conchiglie, macchiate anch’esse di pigmento, che potevano essere i contenitori del liquido colorato con il quale il tatuare lavorava.

Fonte: DETER-WOLF, Aaron; PERES, Tanya M.; KARACIC, Steven. Ancient Native American bone tattooing tools and pigments: Evidence from central Tennessee. Journal of Archaeological Science: Reports, 2021, 37: 103002.

Immagine in evidenza: https://www.pexels.com/it-it/foto/delfino-bianco-e-grigio-sull-acqua-blu-64219/

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