Quasi amici: gli squali leuca

Alla Shark Reef Marine Reserve delle Fiji, un gruppo di ricercatori ha analizzato i dati raccolti per più di 13 anni sugli squali leuca. I risultati hanno mostrato che alcuni squali preferiscono la compagnia di determinati individui e evitano quella di altri

In un recente studio pubblicato su Frontiers in marine science un gruppo di ricercatori ha analizzato il comportamento sociale degli squali leuca (Carcharhinus leucas). I dati sono stati raccolti per oltre 13 anni presso la Shark Reef Marine Reserve (SRMR) alle Fiji e, sulla base di oltre 3000 immersioni, sono stati identificati 91 individui di squalo leuca, differenziati con particolari ed evidenti segni sul corpo, ad esempio cicatrici. Grazie ai risultati ottenuti, i ricercatori hanno potuto affermare che i legami osservati non sono dovuti al caso ma, al contrario, potrebbero confermare la presenza di legami a lungo termine tra gli squali.

Gli squali leuca –  o bull shark, attenzione alla nomenclatura inglese che trae in inganno: non vanno confusi con gli squali toro (Carcharias taurus) o sand tiger shark – sono grossi e tozzi, raggiungono una lunghezza di 3.5 metri e un peso di oltre 200 kg. Sono tra le tre specie di squalo alle quali vengono attribuiti il maggior numero di attacchi all’uomo (le altre due sono lo squalo bianco e lo squalo tigre). Sono i predatori all’apice della catena alimentare, ma, oltre a tutte queste cose che lo fanno sembrare poco socievole, anche loro hanno bisogno di legami di “amicizia”.

Thibaut Bouveroux, ricercatore al Dauphin Island Sea Lab negli Stati Uniti e principale autore della ricerca, ha affermato che: “è presente una grossa lacuna nelle ricerche sul comportamento sociale degli squali leuca”, ma, per fortuna, ha continuato: ”grazie alla disponibilità di questi dati a lungo termine c’è la possibilità di comprendere meglio il loro comportamento”.

I dati sono stati raccolti dal Beqa adventures dives, un centro di immersioni a scopo conservazionistico che opera dal 2003. Il database è costantemente aggiornato e arricchito ad ogni immersione, però a livello di veridicità dei dati bisogna andare cauti. Essendo gli squali leuca l’attrazione principale per i sommozzatori, vengono attirati con delle esche, così facendo: “l’aggregazione spaziale degli squali alla SRMR è influenzata dall’alimentazione, quindi dobbiamo essere molto attenti quando interpretiamo i nostri risultati”, ha ammesso Juerg Brunnschweiler, ricercatore indipendente e ideatore dello studio.

Non è quindi del tutto chiaro se gli squali creino questi legami perché si “piacciono”, perché vivono nelle vicinanze o perché condividono caratteri comuni. Tuttavia, i risultati dello studio hanno suggerito che l’aggregazione derivante dall’alimentazione diretta facilita lo sviluppo delle interazioni sociali. “Il problema principale è non avere un area di controllo” ha affermato Brunnschweiler, poiché, se due squali si presentano insieme alla SRMR e successivamente vengono rivisti insieme in un area esterna, di controllo, si potrà confermare la presenza di legami a lungo termine.

Entrambi i ricercatori hanno messo in guardia i lettori dalla sovra-interpretazione dei dati, ricordando il problema dell’alimentazione forzata. Ad ogni modo, restano pienamente convinti che questo studio ha messo le basi per le interpretazioni future sulla personalità degli individui e sulle caratteristiche dei gruppi.

Fonte: BOUVEROUX, Thibaut, et al. Companions and Casual Acquaintances: The Nature of Associations Among Bull Sharks at a Shark Feeding Site in Fiji. Frontiers in Marine Science, 2021, 8: 770

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