La filosofia rewilding offre l’opportunità di condurre economie sostenibili nei paesi dell’Appennino centrale con benefici per le comunità locali e per l’ambiente
L’attuale sistema economico sta mostrando la sua insostenibilità e poca lungimiranza. L’impoverimento delle risorse naturali e il costante cambiamento delle condizioni ambientali come, ad esempio, l’innalzamento delle temperature per via dell’effetto serra, mostrano come i provvedimenti presi fino a ora non bastino. C’è bisogno di porre le fondamenta per una nuova economia basata sulla natura. Ma come fare?
Rewilding Apennines e Rewilding Europe stanno fornendo dei modelli per le comunità locali al fine di cambiare la loro percezione della fauna selvatica: da “fastidio” a opportunità. Un esempio è la proposta di allestire punti di osservazione della fauna selvatica in prossimità di centri abitati, in modo da evitare il più possibile il disturbo. Invece, Rewilding Europe utilizza lo strumento del Rewilding Europe Capital (REC) per erogare prestiti a imprese legate alla natura in grado di catalizzare, sostenere e ottenere risultati socioeconomici e di impatto positivo per l’ambiente. L’European Safari Company è un brillante esempio di azienda finanziata con questo tipo di cessioni.
Chi partecipa ai viaggi organizzati da questa compagnia non solo visita i luoghi dove si applica concretamente la cultura rewilding in tutta Europa, ma impara e contribuisce direttamente e a sostenere le comunità locali. Ogni viaggio che viene organizzato ha un impatto diretto sulla zona, sugli sforzi di conservazione e sulle persone che vivono quei luoghi.
Un altro ottimo esempio ci viene fornito dal Wildlife Adventures, un’impresa di ecoturismo fondata a Pescasseroli, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Questa azienda si occupa di trekking ed escursionismo e promuove la conoscenza dell’ambiente e del territorio dell’Appennino centrale con particolare etica verso la fauna selvatica e la tutela dei luoghi.
Per capire come queste imprese favoriscano l’ambiente, però, bisogna comprendere in che modo supportare la naturale produzione dei così detti “servizi ecosistemici”.
Gli ecosistemi che funzionano correttamente senza enormi impatti antropici garantiscono beni e servizi insostituibili che consentono agli esseri viventi di prosperare. Questi beni e servizi vengono chiamati, appunto, “servizi ecosistemici” e hanno diverse funzioni a seconda di come si relazionano con l’uomo. A seconda della loro funzione, i servizi ecosistemici sono di:
- Supporto alla vita (es. ciclo dei nutrienti, formazione del suolo e produzione primaria).
- Approvvigionamento (es. produzione di cibo, acqua potabile, materiali o combustibile).
- Regolazione (es. regolazione del clima, mitigazione degli eventi estremi, depurazione dell’acqua, impollinazione e controllo delle infestazioni).
- Culturali (es. benefici estetici, spirituali, educativi e ricreativi).
Bisogna chiarire, però, che queste categorie e il concetto stesso di “servizio ecosistemico” è necessariamente antropocentrico in quanto, per valutare un beneficio economico che si può trarre da esso, bisogna necessariamente rapportarlo con i bisogni dell’essere umano.
Uno degli strumenti recentemente lanciati da Rewilding Apennines per incentivare un nuovo modello economico nell’Appennino centrale, è il Bear Fund avviato nel 2020 dall’ Enterprise Officer dell’associazione. Si tratta di un fondo generato da una rete di imprese e privati attraverso lo sviluppo di economie basate sulla natura legate ad attività rewilding che ha l’obiettivo finale di supportare azioni di conservazione dell’orso bruno marsicano nei corridoi ecologici.