Un recente studio ha mostrato quanto il panda riesca a mimetizzarsi bene nel suo habitat naturale
La tipica immagine che abbiamo di un panda (Ailuropoda melanoleuca) è questo gigante seduto bello comodo a mangiarsi tonnellate di bambù. Potrebbe però sorgere un dubbio, ma se sta sempre così comodo a mangiarsi il suo buon bambù, seduto, e ben visibile, come fa a sopravvivere in natura e a non farsi vedere dai suoi predatori? –Ebbene si, anche se appartenente alla famiglia degli orsi, il panda ha dei predatori, come ad esempio i leopardi–.
Il panda gigante è una specie in via di estinzione, che si trova allo stato selvatico solamente in Cina. La sua pelliccia ben riconoscibile, con il caratteristico corpo bianco e gli arti neri con le macchie scure intorno agli occhi, in realtà in natura è un perfetto mantello dell’invisibilità (piccolo plagio da Harry Potter). Il bianco lo confonde tra le aree innevate mentre le zampe nere lo mimetizzano tra le zone d’ombra. Il panda in natura vive nelle remote foreste temperate della Cina, questi posti sono infatti aree scure e ombrose, molto spesso ricoperte da neve.
Se pensiamo come esseri umani, il panda potrebbe essere ben visibile in questo ambiente, ma i predatori come le tigri, i leopardi o i cuon, dei cani selvatici (Cuon alpinus) come lo vedono? L’uomo vede una combinazione di tre colori, rosso, verde e blu. I predatori invece vedono solamente giallo e blu, e per questo motivo i colori sono attenuati. In un recente studio, pubblicato su Scientific Reports, i ricercatori hanno osservato se i predatori vedono i panda proprio come li vediamo noi. Per far ciò, sono state scattate delle foto ai panda liberi in natura, sia in inverno, quindi con la neve, che in estate. Dopodiché le immagini sono state modificate per adeguarle alla vista dei predatori. (Hanno però sottolineato che non sono pienamente sicuri di come vedano i predatori, però hanno ipotizzato che la vista sia molto simile a quella dei loro vicini domestici, il cane e il gatto).
Confrontando le diverse fotografie, hanno affermato che il nero del panda è confondibile con le ombre e con i tronchi degli alberi mentre il bianco è paragonabile al riflesso della luce sulle foglie o alla neve. Non essendo completamente bianco e nero, ma sfumato, le sfumature lo aiutano a mimetizzarsi con i colori del terreno, delle foglie e delle rocce. Un’altra importante osservazione è che il bianco e nero aiuterebbe a confondere il predatore sulla forma del panda rendendo più difficile l’avvistamento. Tutto ciò rende la vita dei predatori molto più complicata.
Il panda gigante quindi nel suo habitat naturale si confonde molto bene, sfatando il mito che, avendo questi colori ben riconoscibili fosse facilmente visibile anche in natura. Questo mostra quanto sia importante comprendere la differenza che c’è tra come vede il mondo l’uomo e come lo vedono gli animali.
Immagine in evidenza: https://www.pexels.com/it-it/foto/panda-bear-sull-erba-verde-3608263/