Una ricerca del Massachusetts Institute of Technology ha scoperto che la presenza di ammoniaca fra le nubi di Venere potrebbe essere di origine organica e favorirebbe la vita sul pianeta
Cercare la vita su altri pianeti è un lavoro costante che ogni esobiologo compie con minuziosa pazienza, cercando indizi nella chimica e nella geomorfologia di ogni corpo celeste che possiede le giuste caratteristiche per poter essere considerato un pianeta abitabile.
Non è questo il caso di Venere. Venere è fra i pianeti più inospitali del sistema solare, se mai decideste di fare una passeggiata sul pianeta, questo è quello di cui avete bisogno:
- Portatevi la vostra riserva di ossigeno, Venere possiede una spessa atmosfera costituita per il 96,5% da anidride carbonica e il restante 3,5% da altri elementi chimici, principalmente azoto. L’assenza di piante e altri organismi che riutilizzano l’anidride carbonica impedisce il riutilizzo di questa molecola che in alte concentrazioni rende impossibile la vita.
- Vestitevi leggeri, data l’alta concentrazione di questo gas, su Venere è presente un potente effetto serra che intrappola i raggi solari che vengono riflessi dalla superficie del pianeta, innalzando la temperatura media fino a 380° C.
- Come se non bastasse, immaginate di camminare su questo pianeta brullo e inospitale con un macigno sulle spalle. La pressione atmosferica sulla superficie, infatti, è 92 volte quella della Terra.
- Portatevi un ombrello resistente, su tutto il pianeta sono spesso frequenti piogge di acido solforico che potrebbero bucarvi i vestiti (e la pelle). Su questo ultimo punto, però, potrebbero esserci delle novità.
Una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences dal Massachusetts Institute of Technology ha scoperto che la presenza di ammoniaca fra le nubi di Venere potrebbe essere di origine organica e favorirebbe la presenza di organismi.
Gli scienziati hanno osservato alcune anomalie all’interno dell’atmosfera di Venere. Sono presenti, infatti, piccole concentrazioni di ossigeno e particelle non sferiche diverse delle goccioline di acido solforico, che, invece, sono rotonde. Forse la cosa più sconcertante è la presenza di ammoniaca, un gas che è stato rilevato negli anni ’70, e che, a detta degli scienziati, non dovrebbe essere prodotto attraverso alcun processo chimico conosciuto su Venere.
I ricercatori hanno modellato una serie di processi chimici per dimostrare che, se l’ammoniaca è davvero presente, il gas provocherebbe una cascata di reazioni chimiche che neutralizzerebbe le goccioline circostanti di acido solforico e potrebbe anche spiegare la maggior parte delle anomalie osservate nelle nubi di Venere. Per quanto riguarda la fonte stessa di ammoniaca, gli autori propongono che la spiegazione più plausibile è che sia di origine biologica, piuttosto che una fonte non biologica come fulmini o eruzioni vulcaniche.
Per verificare questi modelli sarà necessario attendere diversi anni. Sono in programma, però, alcune missioni su Venere che potrebbero fornire ulteriori dati sull’argomento, l’attesa, dunque, potrebbe essere più breve del previsto.
Immagine in evidenza: NASA, Public domain, via Wikimedia Commons