Le popolazioni di tapiri del Sud America nella Foresta Atlantica sono a rischio d’estinzione quasi completa
Dare la notizia dalla vicina estinzione locale di una popolazione di animale non è mai piacevole. Questa volta è il turno del tapiro del Sud America, in via d’estinzione nella Foresta Atlantica, una regione che si estende lungo la costa atlantica del Brasile dallo stato di Rio Grande do Norte sino al Rio Grande do Sul, spingendosi verso l’interno, sino al Paraguay e alla Provincia di Misiones dell’Argentina.
Il tapiro sudamericano (Tapirus terrestris), comunemente chiamato anche tapiro brasiliano, è il più grande mammifero terrestre vivente nativo dell’Amazzonia. Non tutti sanno che la parola tapiro deriva da un’antica lingua brasiliana, la lingua tupi, che chiamava questi animali tapi’ira, una lingua ormai estinta, un tempo parlata dagli indigeni Tupi, molti dei quali vivevano proprio presso la costa atlantica del Brasile. Che il tapiro sia destinato a estinguersi proprio come la lingua che gli da il nome?
Una ricerca condotta da Kevin Flesher, ricercatore presso il Centro di Studi sulla Biodiversità, Michelin Ecological Reserve, pubblicata su Neotropical Biology and Conservation, ha rivelato che si trova in appena l’1,78% del suo areale distributivo originario nel bioma della Foresta Atlantica. La principale minaccia a lungo termine per il suo benessere è l’isolamento delle popolazioni. La caccia e la costruzione di autostrade tengono lontani gli individui, rendendo difficile trovare un partner per l’accoppiamento o avere un’alta variabilità genetica per mancanza di flusso genico fra popolazioni.
“Delle 48 popolazioni di tapiro identificate nello studio solo 3-14 popolazioni sono ancora vitali nel lungo periodo, hanno quindi un buon numero di individui e c’è presenza di un costante flusso genico fra loro. Le evidenze scientifiche suggeriscono che, con le opportune azioni di conservazione, il tapiro del Sud America potrebbe ritornare ad essere ampiamente distribuito in tutta la Foresta Atlantica“, dice Kevin Flesher stesso.
Purtroppo, però la frammentazione della popolazione non è il solo problema. Le autostrade, come la BR-101, che taglia la Foresta Atlantica brasiliana da nord a sud, non solo impediscono ai tapiri di attraversare il bioma in tranquillità, ma sono anche causa diretta della morte di molti tapiri, investiti dalle automobili nel tentativo di attraversarle. La costruzione di autostrade e l’espansione del traffico in e intorno alle aree naturali, quindi, è una seria minaccia per le grandi popolazioni di tapiri che altrimenti potrebbero avere la possibilità di prosperare, come quelli di Misiones, in Argentina, e Serra do Mar, in Brasile.
C’è una piccola nota positiva che riferisce l’autore stesso dello studio: “Nonostante queste continue sfide per la conservazione del tapiro, la maggior parte delle popolazioni sembra essere stabile o in aumento e le prospettive di conservazione per la specie sono migliori di diversi decenni fa, quando iniziarono i primi sforzi per proteggere la specie”.
Immagine in evidenza: Anna Schultz, CC BY-SA 3.0 http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/, via Wikimedia Commons