Un nuovo record è stato battuto nei freddi territori dell’artico canadese, una piccola lepre artica ha sorpreso tutti con la sua straordinaria cavalcata
Le lepri artiche (Lepus articus) sono dei candidi lagomorfi di poco più di quattro chilogrammi. Tra di loro, una femmina adulta chiamata BBYY, un nome di poca fantasia, ha sorpreso tutti i ricercatori e anche i suoi parenti, lepri, conigli e tutti gli altri, che non avevano mai provato a fare una cosa del genere. Pensate ha percorso 388 chilometri in 49 giorni, la distanza più lunga mai registrata per un lagomorfo.
Questa scoperta è stata pubblicata su The ecological society of America. “È incredibile come un animale così piccolo che vive in queste condizioni estreme sia riuscito a percorrere quasi 8 chilometri al giorno per sette settimane consecutive” ha affermato Joes Berger, ecologista alla Colorado State University.
Ma come si è arrivati a calcolare quanto ha percorso la nostra BBYY? Dominque Berteaux ecologo dell’università del Québec, voleva scoprire il movimento di questi animali attraverso il paesaggio arido dell’artico. Principalmente, perché la lepre è un tassello fondamentale della catena alimentare artica, essendo una preda assai desiderabile da volpi e lupi. Per questo motivo nel 2019 sono stati applicati dei collari satellitari su 25 lepri, e mentre queste saltavano via i ricercatori non si sarebbero mai aspettati che una di loro partisse per un lunghissimo viaggio.
Di solito i lagomorfi in genere trascorrono la loro vita in un territorio familiare principalmente per la disponibilità di risorse. Ma queste lepri artiche hanno abbattuto questa “credenza”, infatti la maggior parte dei viaggi registrati andava dai 115 ai 300 chilometri. Nessuno però è riuscito a competere con BBYY, che però purtroppo, per cause sconosciute, è morta un mese dopo aver raggiunto la sua meta.
La particolarità di questi viaggi non risiede solamente nella lunghezza del percorso, ma anche in tutti gli ostacoli che hanno dovuto affrontare e superare, soprattutto di trovare cibo senza diventarlo. Berteaux e i suoi colleghi sperano che questi dati che sono stati raccolti li aiutino a comprendere e migliorare le strategie di conservazione per gli abitanti di questo ecosistema polare. Tuttavia, quello che afferma Berteaux, che è quello che rende affascinante ogni scoperta, è che “siamo riusciti a trovare qualcosa di inaspettato in un animale che pensavamo di conoscere abbastanza bene”
Immagine in evidenza: https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Lepus_arcticus#/media/File:Arctic_Hare_1.jpg