Un ricercatore ha scoperto nel 2014 una nuova specie di serpente non velenoso scavando una buca
L’epoca delle grandi scoperte è terminata da un pezzo. Niente più esploratori che si spingono in terre sconosciute armati di bussola e machete. Tuttavia, è ancora possibile imbattersi in nuove specie di animali semplicemente scavando una buca. Questa è la storia di Jean-Paul Brouard, ricercatore dell’ONG paraguaiana “Para La Tierra” che nel 2014 ha scoperto una nuova specie di serpente scavando una buca a Rancho Laguna Blanca.
Il serpente appartiene al genere Phalotris, che presenta 15 specie semi-sotterranee distribuite in Sud America centrale. Questo gruppo di serpenti è noto per la sua sorprendente colorazione con motivi rossi, neri e gialli. Jean-Paul , insieme ai suoi colleghi Paul Smith e Pier Cacciali, descrisse la scoperta nella rivista scientifica Zoosystematics and Evolution. Gli autori lo chiamarono Phalotris shawnella, in onore di due bambini figli di alcuni componenti del team diricerca, Shawn Ariel Smith Fernández ed Ella Bethany Atkinson, nati nello stesso anno della Fundación Para La Tierra.
Il nuovo serpente è particolarmente attraente e può essere distinto da altre specie affini del suo genere per la sua testa rossa in combinazione con un collare giallo, una banda laterale nera e squame ventrali arancioni con macchie nere irregolari. Non solo questa specie è rarissima, ma possiamo letteralmente dire che è conosciuta solo da tre individui: i ricercatori, appunto. È endemica delle foreste di Cerrado del dipartimento di San Pedro nel Paraguay orientale.
L’essere così rara ha fatto immediatamente scattare i protocolli di sicurezza che hanno classificato questo serpente come “in pericolo di estinzione” secondo le categorie di conservazione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Data la rarità dell’animale e considerando che non viviamo più nell’epoca dei conquistadores, una domanda sorge spontanea: sarà stato un colpo di fortuna?
La scienza non ha ancora una idea chiara di quante specie animali e vegetali esistano sulla faccia della Terra. Diversi studi riportano che il numero delle specie viventi sul pianeta possa variare da 4 a 100 milioni. Solo una parte di esse, però, da 1,5 a 1,8 milioni, è attualmente conosciuta. C’è addirittura un progetto dell’Università di Yale che ha mappato il nostro pianeta in cerca delle regioni in cui c’è più possibilità di imbattersi in una nuova specie. Si ritiene che molte specie vegetali e animali di ambienti tropicali o marini non siano mai state osservate, per non parlare degli invertebrati e dei funghi. Se si aggiunge che meno dell’1% dei batteri è stato catalogato possiamo dire, forse, che l’epoca delle grandi scoperte non è ancora terminata, dopotutto.
Immagine in evidenza: Jean-Paul Brouard