Le popolazioni estive di farfalla monarca sono stabili nonostante le fluttuazioni delle colonie invernali
In epoca di novità soffocanti fa bene prendere una boccata d’aria fresca con una buona notizia: le popolazioni estive di farfalle monarca (Danaus plexippus) non sarebbero in pericolo a dispetto di quanto si credeva in precedenza. Una nuova ricerca dell’Università della Georgia pubblicata su Global change biology mostra che la popolazione estiva delle monarca è rimasta relativamente stabile negli ultimi 25 anni.
La farfalla monarca è endemica americana, probabilmente la più famosa e simbolo nazionale dal 1989. Ha una notevole resistenza al volo il che le consente di compiere lunghe migrazioni, ciò che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Basti pensare che è stato registrato un individuo di questa specie che ha volato per 2112 km in 46 giorni. Circa la distanza che corre fra Roma e Oslo, percorsa in poco più di un mese. Questo favorisce la dispersione della specie, che occasionalmente è stata rinvenuta anche in zone molto lontane dall’areale originario.
Le popolazioni del Nord America compiono migrazioni periodiche tra le regioni più settentrionali dove passano l’estate, e le zone di svernamento più a sud. Il loro straordinario senso dell’orientamento deriva dalla coordinazione di sensi a noi sconosciuti: la percezione del campo magnetico terrestre, denominata “magnetoricezione” e la percezione della luce polarizzata con organi specializzati presenti sulle antenne.
In autunno le farfalle volano verso sud, formando gruppi di migliaia di individui. Quelle degli Stati Uniti occidentali raggiungono alcune zone montuose della California tra San Francisco e Los Angeles, dove trascorrono l’inverno in uno stato di semi-ibernazione aggrappate a decine di migliaia ai tronchi e ai rami degli alberi. Quelle del Canada meridionale e degli Stati Uniti centrali e orientali raggiungono una piccola valle situata in Messico a 3000 m s.l.m. di altitudine, dove durante l’inverno si concentrano oltre 14 milioni di farfalle in un ettaro e mezzo di superficie. Nella primavera successiva, dopo gli accoppiamenti, gli individui di entrambi i sessi iniziano il viaggio di ritorno, durante il quale alcune femmine si fermano a deporre le uova; in alcuni casi è la generazione successiva a completare il viaggio ricolonizzando le regioni più settentrionali.
È talmente tanto riconosciuta e amata che sono numerosi i programmi di conservazione a suo favore. Il problema, se di problema possiamo parlare, è che questo animale non necessiterebbe di tutte queste attenzioni mediatiche ed economiche: le popolazioni sono in salute. Lo studio suggerisce che la crescita della popolazione durante l’estate compensa le perdite di farfalle dovute alla migrazione, al clima invernale sfavorevole e ad altri cambiamenti ambientali.
“C’è questa percezione là fuori che le popolazioni monarca sono in guai terribili, ma abbiamo scoperto che non è affatto il caso“, afferma Andy Davis, autore dello studio e un assistente ricercatore della Odum School of Ecology di dell’università della Georgia.
Gli autori dello studio non chiedono di abbassare la guardia nei loro confronti perché l’aumento delle temperature globali può portare nuove e crescenti minacce non solo alle monarca, ma a tutti gli insetti. Nonostante questo gli autori propenderebbero per ridistribuire i fondi in programmi di conservazione per gli animali che ne hanno più bisogno.
Immagine in evidenza: Tinthia Clemant