Uno studio ha dimostrato come i polpi preferiscano utilizzare determinate braccia durante la caccia basandosi anche sulla tipologia di preda a loro sottoposta
I polpi, spesso erroneamente chiamati “polipi”, sono noti per essere animali sorprendentemente intelligenti. Queste creature apparentemente goffe, infatti, possiedono gli encefali più grandi tra gli invertebrati e hanno dimostrato di essere capaci di affrontare diverse sfide come uscire da un labirinto, usare utensili, aprire barattoli di vario tipo, ecc. Il polpo è un animale piuttosto schivo e solitario, infatti passa la maggior parte del tempo nella propria tana, motivo per il quale è abbastanza difficile riuscire ad intravederlo durante un’immersione. Alcune specie, come il Thaumoctopus mimicus, sono addirittura in grado di imitare i movimenti di altri animali, cosa che potrebbe ulteriormente confonderci. Chissà quante volte siamo passati vicino ad un polpo e non ce ne siamo minimamente accorti.
I loro movimenti possono sembrare scoordinati e non panificati, ma un nuovo studio pubblicato su Current Biology ha dimostrato che non è proprio così: i polpi preferiscono usare determinate braccia rispetto ad altre durante la caccia, esattamente come noi che siamo soliti utilizzare un braccio per svolgere la maggior parte delle nostre azioni quotidiane (scrivere, cucinare, ecc).
Il protagonista di tale studio è il polpo a due macchie della California (Octopus bimaculoides) caratterizzato dalle macchie circolari di colore blu presenti su ciascun lato della testa. A quest’animale sono stati forniti due tipi di prede aventi due comportamenti differenti: i granchi che si muovono lentamente ed i gamberetti che, al contrario, sono molto rapidi nei movimenti. Questo ha permesso ai ricercatori di osservare eventuali disuguaglianze comportamentali. Da tali osservazioni è emerso che:
- il secondo braccio ha avuto un ruolo fondamentale durante la caccia poiché era colui che guidava i movimenti dell’animale
- quando cacciavano i granchi, i polpi si avventavano rapidamente sulla preda, mentre quando cacciavano i gamberetti, cercavo di evitare di spaventarli
- i polpi usavano le braccia presenti sullo stesso lato dell’occhio che osservava la preda
È evidente che nessun movimento compiuto da questi animali è casuale e che il secondo braccio viene utilizzato per primo durante la cattura delle prede. Tutto ciò permetterà in futuro di realizzare robot sottomarini ispirati ai modelli di caccia dei polpi che potrebbero essere fondamentali durante le esplorazioni dei fondali marini. “I polpi sono estremamente forti. Per loro afferrare e aprire una porta è banale, data la loro manualità. Se possiamo imparare dai polpi, allora possiamo pensare alla realizzazione di un veicolo sottomarino o di un’applicazione per robot morbidi”, ha affermato Wardill, assistente professore al College of Biological Sciences che studia polpi e altri cefalopodi.
Ancora una volta l’uomo trae ispirazione del mondo animale, così sorprendentemente mutevole, ricco di sorprese e di misteri da svelare.
Immagine in evidenza: Beckmannjan, CC BY-SA 3.0 http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/, via Wikimedia Commons