Finalmente possiamo dire addio alle zanzare!

Esattamente come l’uomo, anche le zanzare hanno bisogno di ricaricare le batterie. È stato finanziato uno studio avente lo scopo di capire quali sono le abitudini delle zanzare per impedire loro di riposarsi rendendole, così, inoffensive per l’uomo

È sera, sei di ritorno dal lavoro e tutto ciò che vuoi fare è riposare. Dopo aver cenato, ti dirigi verso il letto dicendogli: “Eccoti qui, mi sei mancato”. È tutto perfetto, non fa né troppo caldo né troppo freddo, stai sul punto di addormentarti e poi senti un rumore. Non si tratta di un rumore qualsiasi, ma di quel rumore, il fastidiosissimo “zzz”, e sai già che non dormirai.

Questo problema affligge tutti noi e sembra proprio essere irrisolvibile. E se così non fosse?

Una buona o una cattiva notte di sonno influisce molto sull’andamento delle nostre giornate: una bella dormita migliora la memoria, le difese immunitarie, il livello di energie, l’umore, e la produttività. Anche se può sembrare assurdo, vale lo stesso per le zanzare: raggiungono uno stato simile al sonno quando atterrano e riposano gli arti rimanendo immobili per lunghi periodi di tempo.

Clément Vinauger, un assistente professore alla Virginia Tech, ha ricevuto una sovvenzione biennale di $ 430.000 dal National Institutes of Health per ricercare le abitudini del sonno delle zanzare con l’obiettivo di scoprire cosa accade nel cervello di quest’ultime quando dormono. Vinauger osserverà il comportamento delle zanzare nel caso in cui si impedisce loro di riposare con lo scopo capire se può compromettere la loro capacità di trasmettere virus. “Se riusciamo a capire meglio quanto il sonno sia importante per le zanzare e per la trasmissione delle malattie, forse possiamo identificare come privarle del sonno o manipolare le basi molecolari del loro sonno in modo che siano meno efficienti nell’individuarci” sostiene Vinauger.

La domanda sorge spontanea: in che modo verranno realizzati tali studi?

Abbiamo una bella attrezzatura nel laboratorio qui alla Virginia Tech, dove possiamo registrare l’attività elettrica dei neuroni nel cervello delle zanzare mentre dormono, così possiamo valutare come il sonno influisce sul modo in cui funziona il loro cervello“, afferma Vinauger. Per tenere sveglie le zanzare, il team di ricercatori ha sviluppato un sistema programmabile che fa vibrare i contenitori in cui sono rinchiuse le zanzare impedendo a quest’ultime di riposarsi. A quel punto si faranno varie analisi per capire se il sonno può essere un fattore chiave per la sopravvivenza delle zanzare.

Se la ricerca dovesse andare a buon fine, si potrebbero individuare nuove metodologie da applicare in ambienti in cui le zanzare sono presenti in grande quantità limitando di gran lunga la diffusione di malattie legate a quest’animale.

Il futuro sembra essere roseo per tutti noi: meno malattie e più ore di sonno.

Ci sono dei rischi nel cambiare il comportamento delle zanzare che potrebbero riguardare altre specie? Se sì, quali sono?

A queste domande non possiamo dare una risposta. Possiamo solo pensare che per ogni azione corrisponde una conseguenza; in questo caso, con esito positivo per l’uomo, invece per le altre specie?

Immagine in evidenza: James Gathany, Pubblico dominio, via Wikimedia Commons

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