di Beatrice De Marzi
Il gesto di tirare oggetti verso un bersaglio è stato in passato osservato in primati, elefanti, manguste, delfini e uccelli. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Sidney ha recentemente individuato questo comportamento anche nel polpo tetro
Quante volte in un momento di rabbia avreste voluto tirare un oggetto contro qualcosa o contro qualcuno? Raccomandandovi di non mirare mai alla testa, sappiate che non siete gli unici!
I polpi sono stati a lungo considerati animali solitari: sono aggressivi e territoriali, cacciano in solitaria e il cannibalismo è comune in molte delle loro specie.
Vista dunque la mancanza di grandi doti diplomatiche, la loro strategia per risolvere i conflitti sembra essere quella di lanciare oggetti.
In particolare, in uno studio pubblicato su PLOS ONE, un gruppo di ricercatori dell’Università di Sidney riporta di aver osservato questo comportamento nel polpo tetro (Octopus tetricus), un cefalopode bentonico di taglia media comune nelle acque temperate dell’Australia e della Nuova Zelanda.
La tecnica del lancio consiste nel raccogliere materiale con le braccia e portarlo al di sotto del sifone, una struttura tubulare posta dietro la testa che permette ai polpi di espellere acqua dal loro corpo; a questo punto, un getto d’acqua sotto pressione è rilasciato dal sifone mentre le due braccia anteriori impartiscono la direzione al tiro.
Lo studio è stato realizzato con l’aiuto di videocamere subacquee stazionarie; dopo aver visionato e codificato ore e ore di riprese, i ricercatori sono riusciti a identificare lanci di gusci, sedimento e alghe diretti contro pesci, videocamere e altri polpi che si avvicinavano troppo alla tana dei tiratori.
L’abbondanza di cibo e rifugi nell’area di studio favorisce l’aumento del numero di individui e, di conseguenza, animali principalmente solitari come i polpi si ritrovano a vivere in stretta prossimità; in questo contesto, il lancio di materiale sembra essere uno strumento con cui Octopus tetricus gestisce le interazioni sociali.
Infatti, sebbene questo comportamento sia stato osservato anche in occasione della pulizia della tana, tra le ragioni più comuni che spingono i polpi a lanciare oggetti sembrano esserci la difesa del proprio territorio e il rifiuto di avances indesiderate: nelle riprese appare una femmina che, stanca dell’insistenza di un maschio, lo colpisce ripetutamente con del sedimento.
Attraverso cellule pigmentate chiamate cromatofori i polpi sono in grado di modificare il colore della loro pelle per mimetizzarsi o per comunicare.
Studi precedenti effettuati nella stessa area hanno permesso di associare colori più scuri a comportamenti aggressivi e, a conferma di questo, i ricercatori del nostro studio hanno notato che lanci più vigorosi e più fortunati nell’andare a bersaglio erano effettuati da polpi che al momento del lancio mostravano un colore più scuro.
Per quanto questo comportamento possa sembrare poco amichevole per standard umani, questa scoperta rappresenta un passo avanti nella comprensione delle strategie di comunicazione del mondo animale.
Osservare un certo grado di intenzionalità nel colpire un bersaglio getta ulteriore luce sull’incredibile intelligenza dei polpi!
Immagine in evidenza: [[File:Gloomy Octopus-Octopus tetricus.JPG|Gloomy Octopus-Octopus tetricus]]