Scoperta sull’Everest una popolazione di gatto di Pallas

Di Beatrice De Marzi

Nel corso di una spedizione avvenuta nel 2019 alcuni ricercatori della Wildlife Conservation Society hanno per la prima volta individuato la presenza del gatto di Pallas sul monte Everest

In uno studio pubblicato su Cat News, un gruppo di ricerca della Wildlife Conservation Society ha riportato di aver trovato tracce della presenza del gatto di Pallas (Otocolobus manul) sul Monte Everest.

Lo studio è il risultato di una spedizione condotta tra l’aprile e il maggio 2019 nel Parco Nazionale di Sagarmatha, nel Nepal orientale; nel corso delle quattro settimane trascorse sull’Everest, i ricercatori hanno raccolto dei “particolari” campioni in due località situate a un’altitudine di oltre 5000 metri e distanti tra loro 6 chilometri.

Un lavoro di me…
Si tratta di campioni di feci che, con l’aiuto di analisi genetiche (DNA metabarcoding), hanno rivelato la presenza di due individui di gatto di Pallasnell’area di studio.

Questo tipo di traccia è molto utile perché oltre a rivelare l’identità dei produttori fornisce importanti informazioni sulla loro dieta: nelle feci è stato trovato DNA di pica di Royle (Ochotona roylei, un minuto lagomorfo che ricorda un roditore e rappresenta il 50% della dieta del gatto di Pallas) e di donnola degli Altai (Mustela altaica), il che indica che questi piccoli mammiferi sono stati parte del banchetto dei due micioni dell’Everest.

Ma chi è il gatto di Pallas e perché è così difficile avvistarlo in natura?

Il gatto di Pallas è un carnivoro appartenente alla famiglia dei Felidi le cui popolazioni sono distribuite in diverse regioni dell’Asia centrale; nonostante le apparenze tozze, un esemplare adulto può raggiungere un peso che varia dai 2,5 ai soli 4,5 kg: il segreto è la spessa e folta pelliccia, uno strumento necessario per affrontare il clima freddo e arido delle steppe e dei deserti rocciosi in cui la specie vive.

Il colore e la trama della pelliccia gli consentono di mimetizzarsi con l’ambiente circostante (un fenomeno chiamato criptismo) e, come se non bastasse, questi piccoli predatori passano la maggior parte della giornata rifugiati in anfratti o sfruttando tane di altri animali per nascondersi da potenziali prede e predatori, cosa che rende estremamente difficile osservarli nel loro habitat.
Pensate che nel 2019 ben 50.000 persone hanno visitato il Parco Nazionale di Sagarmatha e nessuna di queste ha riferito di aver avvistato il gatto di Pallas!

Il gatto di Pallas è una specie protetta dalla CITIES e classificata come “prossima alla minaccia” dalla IUCN (International Union for Conservation of Nature); la scoperta della sua presenza sull’Everest permetterà di estendere e applicare nuove strategie di conservazione per salvaguardare la specie e il suo habitat.

Questo studio dimostra la grande utilità delle tecniche di campionamento ambientale nello studio di specie schive come il gatto di Pallas; le prossime ricerche potrebbero includere l’utilizzo di trappole fotografiche e la raccolta di ulteriori campioni di feci per ottenere maggiori informazioni sulla popolazione che vive nel Parco Nazionale di Sagarmatha.

Bibliografia

https://newsroom.wcs.org/News-Releases/articleType/ArticleView/articleId/18604/First-Report-of-Rare-Cat-Discovered-on-Mt-Everest.aspx?

Seimon, T. A., Lim, M., Nightingale, B., Elvin, S., Elmore, A. & Seimon, A. (2022). First report of Pallas’s cat in Sagarmatha National Park – Mount Everest region, Nepal. Cat News, 76, 41-42.

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