L’insetto che usa la pipì come via di difesa

Homalodisca vitripennis è una specie di insetto che per difendersi utilizza la sua urina come arma

In natura, è risaputo, ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza. Ogni specie vivente ha dovuto sviluppare nel corso del tempo diverse strategie per sfuggire ai predatori, nutrirsi, nascondersi o difendersi. Animali come l’armadillo, il pangolino o le testuggini usufruiscono della loro corazza per difendersi da eventuali attacchi esterni. Il riccio e l’istrice, invece, sfruttano i loro aculei affilati per allontanare i predatori. Altri ricorrono a pungiglioni o veleni e altri ancora preferiscono sfruttare l’esposizione di colori sgargianti per intimidire i loro avversari.

E se vi dicessi che esiste un insetto che per proteggersi usa la propria urina?

Un nuovo studio ha dimostrato che un insetto conosciuto come Homalodisca vitripennis, una cicalina appartenente all’ordine Cicadellidae, è capace di sfruttare un meccanismo di superpropulsione per lanciare la propria urina a distanze a dir poco incredibili.  L’urina compie una traiettoria parabolica poiché viene spruzzata tramite una specie di catapulta a molla posizionata sulla parte posteriore del corpo dell’insetto, esattamente come in passato venivano lanciati i massi per abbattere le mura nemiche durante una battaglia. La cosa sorprendete è che, grazie alla combinazione di diverse riprese ad alta definizione e modelli informatici, tale metodo è più efficiente di quanto dovrebbe essere: le gocce di urina dovrebbero viaggiare alla stessa velocità con la quale si muove l’appendice utilizzata dall’insetto per sparare il getto, ma si è scoperto che raggiungono una velocità pari quasi al doppio di quella dell’appendice stessa. Questo perché quest’ultima quando si piega comprime le goccioline di liquido “caricandole” di energia; quindi, una volta rilasciate, tale l’energia si somma a quella del lancio permettendo alle gocce di raggiungere una velocità pari a 30 cm/s. Si tratta di un dato a dir poco strabiliante se si tiene in considerazione che la lunghezza media di quest’insetto è pari a 1 cm poiché significa che il getto di urina copre in un secondo una distanza pari a decine di volte la lunghezza del suo corpo.

A quanto pare questa tecnica risulta essere efficace nella difesa dai predatori, tuttavia presenta delle limitazioni: innanzitutto, è necessario che l’insetto abbia la possibilità di avere accesso a fonti d’acqua, condizione non troppo scontata; inoltre, se usato troppo di frequente, questo meccanismo rischia di danneggiare la salute dell’insetto stesso poiché potrebbe esaurire troppo rapidamente le riserve di liquidi corporei compromettendone la sopravvivenza.

In ogni caso, secondo i ricercatori, si tratta del primo esempio conosciuto di superpropulsione in natura e, essendo parecchio ingegnoso, dimostra quanto ancora una volta l’evoluzione sia in grado di compiere dei potenziamenti strabilianti.

C’è dell’altro: questa scoperta comporta risvolti non indifferenti nella ricerca ingegneristica, in quanto potrebbe fornire suggerimenti e opportunità per lo sviluppo di tecnologie di superpropulsione avanzate.

La storia di questo grazioso e formidabile insetto deve ricordarci di quanto la natura sia straordinaria, ma soprattutto di quanto possa essere d’ispirazione per l’uomo. D’altronde si parla sempre di Madre Natura; un motivo ci sarà, non credete?

Immagine in evidenza: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Homalodisca_vitripennis_-Glassy-winged_sharpshooter(16283561424).jpg

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