Da dove viene l’empatia?

I pesci zebra imitano i comportamenti di paura e angoscia dei loro conspecifici. Un gruppo di ricercatori dell’Instituto Gulbenkian de Ciência ha scoperto che questa antica forma di empatia è regolata dall’ormone ossitocina

L’APA (American Psychological Association) definisce l’empatia come “fare esperienza di sentimenti, percezioni e pensieri di un’altra persona” o come “capire una persona dal suo punto di vista piuttosto che dal proprio”.

Ma facciamo un passo indietro…
Il pesce zebra (Danio rerio) deve il nome alle strisce orizzontali presenti sulla sua livrea ed è una specie d’acqua dolce spesso usata nella ricerca scientifica come organismo modello; infatti conosciamo interamente la sequenza del suo genoma e lavorare con lui risulta particolarmente utile grazie a caratteristiche come la fecondazione esterna delle uova, il gran numero in cui queste vengono prodotte – fino a 400 per ogni deposizione – e la trasparenza dei suoi embrioni.

Si tratta di una specie sociale che ama vivere in banco: grazie a una serie di esperimenti risultati in uno studio pubblicato sulla rivista Nature, alcuni ricercatori dell’Instituto Gulbenkian de Ciência (Portogallo) hanno osservato comportamenti di social buffering negli organismi testati, vale a dire un fenomeno nel quale la presenza di individui della stessa specie riduce la reazione di paura negli individui esposti a fonti di stress.

Si potrebbe quasi dire che la specie è in grado di comunicarsi situazioni di stress o pericolo!
Infatti, in passato sono stati descritti episodi di contagio emotivo in cui alcuni individui mostravano segnali di angoscia o paura in risposta all’osservazione degli stessi segnali in individui conspecifici; questa è considerata la più antica forma di empatia.

Vedere che individui della tua specie sono spaventati e imitare il loro comportamento è estremamente utile per anticipare il pericolo e aumenta le tue possibilità di sopravvivenza.
Grazie all’uso di organismi con mutazioni legate alla sintesi dell’ossitocina e dei suoi recettori, alcuni ricercatori dell’Istituto Gulbenkian hanno scoperto che questo ormone permette ai pesci zebra di imitare i comportamenti angosciati dei loro conspecifici, proprio come accade nei mammiferi.

Inoltre, nell’articolo pubblicato sulla rivista Science, gli autori spiegano che grazie all’utilizzo di marcatori per l’attività neuronale, hanno potuto dimostrare che le regioni del cervello che nei pesci zebra sono associate al contagio emozionale risultano essere omologhe a quelle coinvolte nello stesso processo nei roditori!

Questi risultati supportano la teoria secondo la quale il ruolo dell’ossitocina nella regolazione di comportamenti empatici di base è evoluto in un antenato comune diversi milioni di anni fa.

Tuttavia, siamo ancora lontani dal dire che la nostra empatia viene dall’acqua: “In che misura il contagio sociale della paura osservato nei pesci zebra e nei mammiferi sia omologo o rappresenti un caso di evoluzione convergente resta una domanda aperta”, dicono gli autori.

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