Foreste tropicali danneggiate dal cambiamento climatico: a risentirne maggiormente sono i paesi meno sviluppati

Un nuovo studio dimostra che le foreste tropicali dell’America centrale sono fortemente danneggiate dagli effetti del cambiamento climatico comportando costi economici da 51 a 314 miliardi di dollari per anno entro la fine del 21° secolo

Le foreste tropicali ospitano la più elevata biodiversità del Pianeta con moltissime specie ancora da scoprire e il rischio che possano estinguersi prima di essere rese note alla scienza. Rappresentano nella storia dell’uomo il punto di provenienza, il confine tra civiltà e natura selvaggia. Tuttavia sono state, più di qualsiasi altro ambiente naturale, quelle che hanno pagato il prezzo più caro del successo della nostra specie.

Questi ambienti forniscono una varietà di servizi ecosistemici che sono anche di grande rilevanza globale, come la regolazione del clima e la fornitura di habitat per animali e piante. Funzionano, tra l’altro, come importanti serbatoi di carbonio e contribuiscono quindi alla regolazione del clima e ovviamente sono fondamentali per il mantenimento della biodiversità in quanto ospitano una grande varierà di specie.

Fino ad ora c’è stata una mancanza di analisi degli effetti climatici su questi servizi, nonché dei loro impatti economici sugli ecosistemi forestali dell’America centrale“, afferma Baumbach, uno degli autori di un nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications.

Per questo motivo in tale ricerca sono stati valutati diversi servizi ecosistemici legati alle foreste pluviali dell’America centrale evidenziando quali di questi sono più sensibili al cambiamento climatico e causano maggiori danni all livello economico. Per rilevare i cambiamenti a lungo termine nei risultati, sono stati messi a confronto i dati climatici degli ultimi 30 anni con le probabili proiezioni climatiche relative ai prossimi 30 anni.

Nel complesso, si evidenzia una tendenza costante alla diminuzione della stabilità del bioma in alcune parti della foresta secca lungo la costa del Pacifico e nella metà superiore della penisola dello Yucatan. Queste aree presentavano anche punti caldi, in cui sia il sequestro di CO 2 che la stabilità del bioma sono diminuiti, coprendo tra il 4,0% e l’8,7% dell’area di studio. 

Tali risultati sono stati tradotti in termini economici: globalmente i costi legati alla riduzione delle foreste variavano tra 29 e 313 miliardi di US$/anno, mentre quelli causati dal cambiamento climatico ammontano a 1-65 miliardi di US$/anno.

E’ emerso, inoltre, che il degrado di questi ambienti e il declino dei servizi ecosistemici da essi forniti, sta danneggiando maggiormente al livello economico i paesi con un prodotto interno lordo basso. “È interessante notare che, nella maggior parte degli scenari, i costi della riduzione della fornitura di habitat hanno superato i costi della riduzione dello stoccaggio del carbonio o della regolazione del clima“, spiega Baumbach.

Questa ricerca sicuramente fornisce informazioni importanti poichè permette di comprendere quando sia, per un certo verso, “costoso” perdere ambienti come questi. Mette in risalto, inoltre, come non tutti i paesi ne risentono allo stesso modo in quanto sono proprio quelli meno sviluppati ad essere i più colpiti da questa situazione.

E’ fondamentale, però, non focalizzarsi esclusivamente su questa tipologia di problematiche in quanto, sfortunatamente, non sono le sole ad emergere in casi come questi.

Immagine in evidenza: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tropical_rainforest,_Koh_Chang,_Thailand.jpg

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...